Ronaldo e Del Piero protagonisti di una diretta Instagram. Il brasiliano parla anche dello scudetto sfumato il 5 maggio e del contatto con Iuliano. “Non avevate bisogno di Calciopoli” ha detto
Ronaldo e Del Piero, insieme. Una diretta Instagram che diventa un happening, un evento tra cortesie reciproche e qualche interessante rivelazione. Il “Fenomeno”, oggi presidente del Valladolid, si è lasciato andare alla nostalgia e ai ricordi dei suoi anni da calciatore. E non avrebbero potuto non tornare sulla sfida scudetto del 1998, sul famoso contatto con Iuliano. “Sembrava la Guerra Fredda. Posso capire gli errori, può capitare di sbagliare. Voi ovviamente non c’entravate nella storia di Calciopoli. Ma non avevate bisogno di quella roba dietro” ha detto il brasiliano.
Ronaldo non ha rimpianti, ha detto. Non cambierebbe nulla delle sue scelte. Soprattutto non cambierebbe il suo addio al Barcellona, deciso cinque giorni dopo aver firmato il rinnovo del contratto. Il presidente, infatti, l’ha chiamato e gli ha detto che non avrebbe potuto rispettare quell’accordo. Così se n’è andato, non sentendosi valorizzato. Ha trovato l’abbraccio di Massimo Moratti. E’ iniziata quella che ha definito “una storia d’amore bellissima, durata sette anni. Ho conosciuto l’Italia, è stato un regalo d’addio“.
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In quei sette anni si è consumata anche la sfida nella sfida con Del Piero. “E‘ stata molto bella. Allora sono iniziate le nostre sfide anche con la Nazionale, come il 3-3 in Francia”. E’ il torneo amichevole del 1997. Di quella partita, l’unica in cui abbiano segnato entrambi nella storia della loro rivalità, c’è una foto iconica: un intervento congiunto di Cannavaro e Maldini che chiudono Ronaldo in scivolata. Di quel torneo, resta una punizione di Roberto Carlos che sfida ogni limite della fisica.
Il Fenomeno ha parlato anche dello scudetto sfumato il 5 maggio. “Abbiamo perso noi senza nessuna interferenza” ha detto, “ci abbiamo creduto un po’ troppo. Siamo andati forse un po’ troppo rilassati, è stato un errore e la Lazio ci ha fatto male”.
Ronaldo, che ha una figlia di undici anni innamorata del calcio, non ha mai pensato di diventare allenatore. Si diverte nel ruolo di presidente del Valladolid, anche se ogni weekend è una sofferenza quando si lotta per la salvezza. E non è facile vedere i suoi attaccanti sbagliare gol che lui, da calciatore, avrebbe segnato. “Non è stato semplice passare dai giocatori del mio livello a quelli del Valladolid. Ho dovuto cambiare comunicazione con loro, in fondo siamo la squadra con il budget inferiore di tutte in Liga“.
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