Serie A. I dubbi del comitato tecnico scientifico sul protocollo per la ripresa degli allenamenti e dei campionati. I commenti di Spadafora
Il Comitato tecnico-scientifico ha concluso la riunione con la Federcalcio sul protocollo per la ripresa degli allenamenti. Al termine di una riunione durata un’ora e mezza , secondo quanto rivela l’ANSA, il Cts presenterà una relazione al Ministero della Salute. Non si sarebbe raggiunto, a quanto si apprende, un verdetto sulla ripresa del campionato.
Serie A, i nodi centrali per il comitato
La Gazzetta dello Sport rivela i due principali temi al centro della discussione. Innanzitutto i pochi tamponi disponibili in alcune zone d’Italia, soprattutto la Lombardia. E questo aveva portato Matteo Salvini, noto tifoso del Milan, a perorare anche la causa dello spostamento delle partite dei rossoneri in una regione diversa. Un provvedimento che potrebbe coinvolgere anche Inter, Atalanta o Brescia. In più, c’è la questione delle modalità di gestione di un’eventuale positività dei calciatori durante la fase 2.
Al momento, non ci sarebbe ancora un verdetto definitivo. Il comitato ora presenterà una relazione al ministro della salute Roberto Speranza. Un ulteriore passo verso un confronto con il premier Giuseppe Conte e il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora.
Le dichiarazioni di Spadafora
Il ministro ha sottolineato dopo la riunione che gli allenamenti dovrebbero auspicabilmente riprendere il 18 maggio, “anche compatibilmente all’evoluzione dell’emergenza sanitaria“. Il comitato, ha spiegato in un video Facebook, “stenderà una propria valutazione che verrà formalmente inviata al Ministero“.
Tuttavia, la notizia dei sei casi positivi al covid-19 alla Fiorentina, tre calciatori e tre membri dello staff tecnico-sanitario, potrebbe complicare lo scenario.
La Lega Pro: protocollo troppo costoso
Le norme previste mettono in difficoltà la Lega Pro, che ha stimato un costo medio per club tra i 98 e i 146 mila euro per riprendere gli allenamenti. Ovvero, una cifra che rappresenterebbe il 3-5% del totale dei costi della Serie C. Senza contare le spese per la ripresa delle partite e la gestione di eventuali casi di positività tra calciatori o componenti dello staff.
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