Il calcio prova a compiere un altro passo verso la ripartenza. Oggi vertice tra la Figc e il Comitato tecnico-scientifico del Governo. Il deputato Pd Andrea Rossi sostiene la ripresa
Il Premier Conte affronterà l’argomento in prima persona, ascoltando i presidenti di Federcalcio e Lega di Serie A Gravina e Dal Pino. Nel frattempo Spadafora non ha dato certezze sulle date della ripresa, durante il question time di ieri. A porre il quesito al Ministro dello Sport Andrea Rossi, da sempre impegnato nelle tematiche sportive. L’esponente del Partito Democratico, ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it
Onorevole, lei è uno dei principali sostenitori della ripresa del calcio. Ci spiega perché?
“Nel momento in cui il 4 di maggio abbiamo giustamente rimesso in moto il Paese, anche il calcio deve riprendere. Parliamo della terza industria italiana che produce Pil diretto e indiretto di 10 miliardi, genera in tutto il mondo sportivo 5 miliardi, di cui il 77% derivante da società professionistiche, l’altro 23% dalla restante parte del sistema. Si pensa al calcio come disciplina d’élite, invece attorno ad esso ruotano molte persone con stipendi normali. In caso di stop rischiamo di perdere 46.000 posti di lavoro. La dimensione economica di questa disciplina non può essere sottovalutata”.
La risposta del Ministro Spadafora al question time non ha dato certezze. Oggi il Comitato tecnico-scientifico del Governo incontrerà la Federcalcio per trovare una sintesi sul protocollo. Cosa si aspetta?
“Con la giusta prudenza Spadafora ha chiarito che esiste la volontà del Governo di riprendere, ovviamente in sicurezza sanitaria. Immagino si trovi una sintesi rispetto al protocollo. Non abbiamo chiesto una data precisa, ma più o meno capire i tempi entro cui poter ripartire. Intanto sono ripresi gli allenamenti individuali nei centri sportivi, con l’Emilia Romagna che ha fatto da apripista. Io in regione sono stato sottosegretario e conosco certe dinamiche”.
Qualcuno ha accusato Spadafora di discriminare il calcio. Concorda?
“Non voglio andare contro il Ministro, ma chi come noi ha una responsabilità non deve costruire muri. Soprattutto in questo momento di crisi dobbiamo unire, sullo sport professionistico e in quello di base”.
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Oltre a lei, favorevoli alla ripartenza sono alcuni suoi compagni di partito, esponenti del Movimento 5 Stelle e le opposizioni. Nei giorni scorsi l’ex Premier Renzi è stato durissimo nei confronti di Spadafora. Non crede che sia in atto una strumentalizzazione politica rispetto alla ripartenza o meno del calcio?
“Io penso che il calcio non possa e non debba diventare una questione politica, ma di buon senso. Non c’è la necessità di creare spaccature all’interno della maggioranza, ma nemmeno in seno all’opposizione”.
Spadafora tempo fa disse che il calcio vive in una bolla, anche il presidente del Coni Malagò è stato polemico in qualche circostanza. Questa emergenza può essere l’occasione per riformare il mondo del pallone e in quale modo?
“Una crisi di sistema come quella che stiamo vivendo spesso è l’occasione per ridisegnare alcuni modelli. Penso alla legge sul professionismo dell’81, completamente inattuale. Rispetto al calcio, immagino debba essere riformata la legge Melandri e vada fatta una riflessione sulla realtà femminile”.
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