Serie A, Brusaferro sulla ripresa: tutti i dubbi del presidente dell'ISS (Getty Images)
Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro avvisa sui pericoli di una “corsa” alla normalità in questo inizio di Fase 2, che riguarda anche la Serie A: “Non sono il signor no. Gli assembramenti sono un pericolo serio”
La Fase 2 è cominciata. Gli italiani stanno cominciando a uscire e a tornare – seppur lentamente – alla loro vita normale. Tuttavia i rischi di un ritorno dell’epidemia di Coronavirus restano alti. Sullo sfondo c’è la situazione del calcio, con la Serie A che spinge per ripartire. Servono, tuttavia, i necessari requisiti di sicurezza. E a tal proposito il presidente dell’Istituto superiore dei Sanità Silvio Brusaferro fa chiarezza in un’intervista al Corriere della Sera: “La consapevolezza che risiede in ognuno è la chiave del successo. Questi primi giorni sono una sperimentazione su come si può partecipare e fare la differenza, ma siamo ancora dentro l’epidemia, che si può contenere con accortezza”. Brusaferro, tuttavia, non parla di risultati positivi: “Dal punto di vista dell’epidemia i primi segnali arriveranno la prossima settimana – ha spiegato – dai dati si capirà se i comportamenti delle persone sono stati corretti e virtuosi”.
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Il pericolo più grande, ormai è chiaro, è pensare che il rischio sia passato: “Dimenticare che possiamo ricadere nell’epidemia sarebbe molto grave. Bisogna utilizzare le stesse cautele della Fase 1, ma la sensazione è che gli italiani abbiano imparato la lezione. Se si proseguirà in questa maniera potremo permetterci maggiori libertà e andare avanti con altre riaperture”. Infine, Brusaferro avvisa su quali sono i rischi maggiori: “Le aggregazioni rappresentano il vero rischio – conclude al Corriere della Sera – sono gli assembramenti, che possono crearsi ovunque e facilmente. Parlo del supermecato, ma anche dei parchi e nelle strade. Non sono un “Signor no”, ma chiedo semplicemente di monitorare l’effetto nel tempo e di contare i nuovi contagi. Solo così si potrà verificare che l’epidemia non sia di nuovo in aumento”.
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