In attesa di sapere se la stagione ripartirà, in casa Juventus resta sempre aperto il dibattito su Sarri. Lo conosce bene Simone Calori, suo giocatore in passato
Il carattere, i riti scaramantici, l’evoluzione tattica, le ambizioni di Sarri. In ESCLUSIVA a CalcioToday.it parla del tecnico della Juventus Simone Calori, ex difensore della Sangiovannese, con cui l’allenatore bianconero conquistò la promozione in C1 nel 2004 e l’ottavo posto nella stagione successiva
Partiamo da Sarri uomo…
“Sarri è il classico toscano, un po’ scorbutico e brontolone. Caratterialmente sembra un tipo chiuso, invece è una persona simpaticissima. Tira fuori delle battute strepitose. Inoltre è intelligentissimo e preparato sotto ogni punto di vista”.
Rispetto a quel periodo, ricorda in particolare un aneddoto?
“Lo chiamavano l’Uomo Nero per il colore dei suoi vestiti, voleva che anche gli scarpini lo fossero. Facemmo una scommessa in base alla quale se avessimo vinto il campionato, lui avrebbe indossato una maglia rosa. Arrivammo primi e il mister rispettò i patti durante la festa per la promozione”.
Sarri peraltro è conosciuto anche come un grande scaramantico…
“La scaramanzia l’ha nel DNA, del resto è nato a Napoli. Se vincevamo una gara, nel match successivo ripeteva gli stessi riti. Per esempio nell’entrare in campo percorreva il medesimo percorso. Una volta eravamo in ritiro in un agriturismo, a lui capitò una stanza con numero dispari. Il proprietario fu costretto a dargli il suo mini appartamento che invece era pari”.
Sarri allenatore viene definito da molti integralista tattico. Concorda?
“Concordo per quanto riguarda il periodo alla Sangiovannese: non si discostava dal 4-4-2, anche se provava tanti soluzione di gioco. I cambi erano sempre gli stessi. Secondo me la svolta tattica è avvenuta ad Empoli, dove cominciò ad utilizzare il trequartista, passando al 4-3-1-2, il modulo che maggiormente predilige. Rispetto ad altri allenatori Sarri ha dettami di gioco più rigidi”.
Si aspettava che Sarri facesse una carriera così importante?
“Sinceramente non avrei mai immaginato che un allenatore partito da così in basso potesse arrivare alla Juventus, una delle squadre più importante d’Europa. Però devo dire che per lui il calcio è la vita, sicuramente il fatto di volersi sempre migliorare lo ha aiutato ad arrivare così in alto. Lui aveva una stanza piena di video cassette con cui studiava gli avversari. La sua gavetta, l’abnegazione e la professionalità sono state premiate”.
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Da Napoli alla Juventus passando per il Chelsea. Quanto è cambiato Sarri?
“A Napoli non ha vinto nulla, ma tutti riconoscono che quella squadra esprimeva un gioco fantastico. Al Chelsea all’inizio ha avuto problemi con Hazard, salvo poi fallo esplodere. Sotto il profilo estetico è stato un passo indietro, pero’ ha vinto l’Europa League. Alla Juventus le sue difficoltà stanno nel fatto che non può imporre totalmente le sue idee, deve essere elastico perché ha a disposizione una rosa di top class. Primo su tutti Ronaldo”.
A proposito di Ronaldo, crede possa essere paradossalmente un problema sotto il profilo tattico e gestionale?
“E’ chiaro che Cr7 è un fuoriclasse e non puoi chiedergli tante cose, per esempio un aiuto nella fase difensiva. Rispetto all’inizio Sarri ha cambiato qualcosa per chi agisce dietro a Ronaldo, adattandosi al portoghese. Mi riferisco a Matuidi che gioca in funzione del portoghese”.
Crede che Sarri riuscirà a trasmettere le sue idee alla Juventus?
“Lui deve trovare una sintesi tra la sua filosofia di gioco e le caratteristiche dei calciatori. Qualcosa ha già fatto in questo senso. Le difficoltà maggiori le ha riscontrate in difesa, la vuole altissima. Con Chiellini sicuramente migliorerà, ma con Bonucci e de Ligt ha avuto qualche problema. Molto dipende anche dai centrocampisti e Pjanic nell’ultimo periodo ha avuto diverse difficoltà a rispettare i dettami tattici di Sarri”.
Ci sono stati momenti della stagione in cui i tifosi hanno chiesto l’esonero di Sarri per alcuni risultati negativi. Poi è arrivato il successo contro l’Inter, prima dello stop. Alla Juventus conta vincere. Il tecnico riuscirà in questa missione?
“Sarri è come i politici, spesso vengono dati per finiti, salvo poi <risorgere>. Il mister è una bellissima Araba fenice. E’ normale che contano i risultati. Io credo che lui abbia capito il mondo Juve e possa conquistare qualcosa d’importante. La società deve dargli fiducia”.
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