ll caso Inter-Juve del 2018 denunciato dall’ex Capo della Procura Figc Pecoraro finisce sotto inchiesta. Partono due esposti, uno a Milano e l’altro a Roma. Ma c’è il giallo sull’atto di archiviazione
Le parole dell’ex procuratore federale della Figc, Giuseppe Pecoraro, hanno di nuovo acceso i riflettori su Inter-Juve dell’aprile 2018. La partita che decise lo scudetto di quella stagione: la contestata vittoria dei bianconeri, maturata dopo la mancata espulsione di Pjanic per un evidente fallo da (seconda) ammonizione non sanzionato dal direttore di gara Orsato. Le parole di Pecoraro, che ha denunciato come sia stato omesso l’audio VAR relativo a quell’episodio nei file inviati all’epoca alla Procura, hanno aperto due esposti. Come si legge sul Corriere dello Sport, uno finirà a Roma e l’altro a Milano. Uno per la competenza in materia Figc, l’altro perché la partita si giocò nel capoluogo lombardo, e quindi per competenza territoriale.
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Inter-Juve, il caso si riapre: parte il doppio esposto
L’esposto servirà ad accertare se ci furono manomissioni del file delle registrazioni tra il VAR (con Valeri e Giallatini) e l’arbitro Orsato in campo, che tra l’altro è diventato nuovo responsabile dei direttori di gara in attività. All’epoca Pecoraro archiviò il caso, dopo le mail tra Rizzoli (designatore) e Basetti, che all’epoca era il responsabile del progetto VAR. Scambi di mail anche con Alessandro Arduino, project manager del sistema tecnologico VAR. Il giallo a Pjanic non fu dato perché non rientrava nei casi del protocollo Ifab del VAR, e quindi il relativo audio non fu conservato perché non rientrava nella casistica. All’epoca Pecoraro riconobbe che il materiale audio-video gli arrivò tramite la Lega e che non aveva evidenziato nessuna irregolarità. Quindi scattò l’archiviazione: ma dopo le sue parole la questione si riapre e probabilmente non terminerà qui.
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