La Lega Nazionale Dilettanti ha prolungato ufficialmente la sospensione delle attività. In mattinata l’AIC aveva lanciato l’allarme, facendo riferimento ai rischi che si potrebbero correre nei prossimi mesi.
La Lega Nazionale Dilettanti ha prolungato la sospensione di tutte le attività sul territorio nazionale e regionale fino al 18 maggio prossimo. La notizia è arrivata attraverso un comunicato ufficiale, dove si specifica che potranno essere applicate ulteriori modifiche e nuovi provvedimenti in caso di indicazioni sanitarie.
Un allarme era stato lanciato dall’Associazione Italiana Calciatori (AIC). I dilettanti potrebbero pagare il prezzo del lungo stop imposto dall’emergenza della pandemia da coronavirus. Mentre la Serie A è sotto i riflettori con gli sforzi degli organi nazionali per provare a ripartire, il cosiddetto “calcio minore” sembra abbandonato a se stesso. E’ l’allarme dell’AIC, che con un comunicato ha spiegato: “La situazione di crisi sanitaria e le conseguenti difficoltà economiche hanno creato una problematica sotto gli occhi di tutti. Proprio per questo non si comprende perché questa situazione sia ricaduta immediatamente ed esclusivamente solo sui calciatori”.
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In riferimento ai campionati Dilettanti, l’AIC denuncia che: “Sono state tagliate arbitrariamente le mensilità, e in alcune situazioni, i calciatori sono stati invitati a liberare gli appartamenti che occupavano, senza pensare al sostentamento delle rispettive famiglie. Questa situazione è inaccettabile – si legge nel comunicato – e serve un intervento deciso e sostanziale ad opera di tutte le componenti. Tutti stiamo lottando per ottenere il medesimo risultato”.
L’Associazione Calciatori spinge per un fondo di solidarietà: “Bisogna che tutti partecipino al fondo deliberato a marzo per garantire la sopravvivenza economica delle famiglie”. Intanto Tommasi, presidente dell’Associazione, ringrazia il ministro dello Sport Spadafora e il Governo per l’aiuto, sotto forma di indennità, elargito a marzo e che è stato importante. “Si auspica – si legge ancora – che come promesso questo contributo possa essere riproposto”. Infine l’associazione accusa le società che pensano di poter “risparmiare”, andando a colpire direttamente i calciatori e le loro famiglie, discorso relativo anche alle calciatrici.
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