Scozia, il caso Dundee FC: stagione finita per una mail finita in spam
Il direttore del Dundee FC si è difeso dalle accuse di aver cambiato il suo voto dietro promesse di voti economici. La sua decisione ha avuto un peso nella cancellazione dei campionati scozzesi di seconda, terza e quarta divisione
L’hanno già chiamato “imbroglio scozzese“. Ha già scatenato teorie complottiste e accuse di voto di scambio. E’ la storia del voto del Dundee FC, che si è rivelato decisivo per l’approvazione della risoluzione con cui la lega scozzese ha cancellato tutti i campionati dalla seconda alla quarta divisione.
La lega ha chiesto alle squadre di esprimersi prima della riunione che circa due settimane fa ha portato alla cancellazione dei campioni, Premiership a parte. Il Dundee FC, terzo in seconda divisione, ha espresso via mail il suo no al blocco dei campionati. Ma il voto si è perso, secondo i rappresentanti della lega per un inconveniente che a chiunque è capitato almeno una volta nella vita: il messaggio è finito nella casella “spam”.
Qual è il problema? Nei giorni successivi il Dundee ha cambiato il suo voto. Ha approvato la risoluzione e contribuito alla cancellazione dei campionati. In questo modo, ha garantito la promozione in Premiership dei grandi rivali cittadini, il Dundee United.
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Se la stessa decisione venisse mantenuta anche per la Premiership, su cui però ci sarà una votazione separata, il campionato lo vincerebbe il Celtic, primo con 13 punti di vantaggio sugli arci-rivali dei Rangers dopo 30 partite, a tre dalla fine della regular season. In Scozia, però, è prevista una seconda fase con le prime sei classificate per determinare titolo e qualificazioni alle coppe europee.
I Rangers, infuriati, hanno perfino richiesto una verifica indipendente da parte di una società terza, che non ha riscontrato irregolarità nel voto. Il direttore esecutivo del Dundee FC ha risposto alle domande dei tifosi, per chiarire i dettagli della vicenda considerate le accuse di aver cambiato il suo voto in cambio di vantaggi economici.
“Avevamo 28 giorni per far arrivare il nostro voto” ha spiegato, “e il primo non era arrivato. Non abbiamo fatto niente di sbagliato, anche se passiamo per i cattivi della situazione. Semplicemente, in quei giorni ho parlato con le altre società. Ho preso più informazioni, ho capito quanto fosse forte la spinta alla ricostruzione per il futuro. Ho guardato al quadro complessivo e cambiato idea“.
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