Premier League, secondo il Sun la riunione tra i rappresentanti dei club di questo pomeriggio ha prodotto un possibile calendario. L’ipotesi prevederebbe la ripresa dal 12 giugno e partite giocate in 12 stadi selezionati, tutte in campo neutro
I rappresentanti dei venti club di Premier League hanno discusso del futuro della stagione in una riunione durata quasi quattro ore. Tra le ipotesi al vaglio delle società per portare a termine la stagione, ci sarebbe la proposta di giocare tutte le partite in campo neutro, selezionandone 12 nel territorio nazionale possibilmente fuori dalle aree urbane più densamente popolate.
Secondo quanto rivela il Sun, potrebbero far parte della lista finale il London Stadium, l’Emirates e l’Etihad. Anche se nessuno di questi, qualora selezionato, ospiterebbe partite rispettivamente del West Ham, dell’Arsenal e del Manchester City. Un piano pensato di fatto per azzerare ogni possibile vantaggio residuo in termini di “fattore campo” fino alla conclusione della stagione.
Secondo questo piano, i calciatori potrebbero tornare ad allenarsi con forme e tempi vicini alla normalità il 18 maggio, per riprendere la stagione il 12 giugno.
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Secondo il Sun, inoltre, le autorità sportive starebbero pensando di vietare l’ingresso degli spettatori negli stadi di calcio delle prime quattro divisioni inglesi anche per tutta la prossima stagione, estendendo il divieto fino a maggio 2021. Tutto dipenderà da quello che deciderà il primo ministro Boris Johnson, colpito dal coronavirus e ricoverato in terapia intensiva, per quanto riguarda i grandi eventi di massa come le partite di calcio, i concerti, i festival musicali.
“I tifosi potrebbero non mettere piede negli stadi finché non avremo trovato un vaccino” ha detto il segretario generale della Fifpro, il sindacato internazionale dei calciatori, Jonas Baer-Hoffman.
Il “Project Restart”, il piano della Premier per riprendere il campionato, prevede che vengano effettuati 4 mila test a settimana. La lega sta invitando le squadre ad acquistare i macchinari, che costano 36 mila sterline, e comunicano i risultati in due ore e mezza. Secondo il presidente dell’Istituto di Scienze Biomediche, Allan Wilson, il numero di test necessari potrebbe rappresentare un pericolo.
“Non ci sono abbastanza tamponi per tutti” ha detto a iNews, “vengono ancora razionati all’Inghilterra del sistema sanitario nazionale in Gran Bretagna. Il meccanismo di distribuzione nelle quattro nazioni è molto strutturato, basato sulle esigenze locali, ma comunque c’è una certa carenza di questi tamponi. Se vengono usati per i calciatori, allora qualcun altro non potrà aver accesso ai test per il covid-19“.
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