Jose Mourinho sostiene l’opportunità di terminare la stagione in Premier League. Ma tra i dirigenti e i calciatori, scrive il Daily Mail, cresce il pessimismo
“Tutto il mondo sta facendo a meno del calcio. Ma è il momento di avere pazienza e di portare avanti una lotta a cui tutti dobbiamo partecipare”. Jose Mourinho, tecnico del Tottenham, ha parlato a Sky Sports del futuro della Premier League.”Sarebbe un bene per il mondo del football giocare le ultime nove partite che restano da qui alla fine del campionato”.
Lo Special One ha dichiarato di non aver mai visto “tante partite come in questo periodo“, e confida nel recupero dei calciatori che sono stati infortunati come Harry Kane e Moussa Sissoko.
Ma il destino della stagione in Premier League è legato a un filo sempre più sottile. Secondo quanto riporta il Daily Mail, i calciatori sarebbero stati già informati che le probabilità di riprendere si stanno riducendo.
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Domani, infatti, è prevista una riunione tra i rappresentanti del governo e delle venti squadre che compongono la Premier League. Intanto la English Football League (EFL), che organizza i campionati dalla seconda alla quarta divisione, sta affrontando la questione del lungo periodo senza calcio più che concentrarsi sulla possibile ripresa del campionato.
Una delle proposte prevede l’uso di mascherine obbligatorie per i giocatori per le sedute di allenamento di gruppo. Inoltre, massaggi solo se approvati dal responsabile medico del club, parcheggio auto con le vetture ben distanziate, gruppi di allenamento di massimo 5 calciatori nella fase iniziale, e tamponi – a carico delle società – almeno due volte a settimana.
Proprio i problemi legati all’elevato numero di tamponi a cui i calciatori dovrebbero sottoporsi fino alla fine della stagione rappresenterebbero il principale nodo da sciogliere. Sarebbe questo, sostiene il tabloid inglese, il principale fattore che induce al pessimismo sull’effettiva ripresa della stagione. Riguardo ai verdetti, scrive ancora il Daily Mail, potrebbe essere applicata la soluzione del ‘merito sportivo’ delle squadre.
Ma i club non sono favorevoli all’estensione di questo criterio per definire le promozioni e le retrocessioni. I rappresentanti della PFA, l’associazione calciatori, hanno anche chiesto ai tesserati di votare se pensano sia accettabile fermarsi e se sarebbero disposti a farlo.
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