Tommasi esprime attraverso un comunicato ufficiale AIC tutto lo sdegno di Assocalciatori per le modalità adottate in funzione di una possibile ripartenza della Serie A.
Mentre gli altri fanno retromarcia, la Serie A prova a mettere la prima. Ripartire si può, i punti di rottura, però, sono sempre gli stessi: come e quando, reiterati sono stati gli attestati di perplessità in merito a quanto emerso rispetto alle decisioni del Governo su tempi e modalità dello sport italiano. Nel nostro calcio, a sbattere i pugni sul tavolo, nello specifico, è Damiano Tommasi. L’ex centrocampista giallorosso, in qualità di Presidente di Assocalciatori, aveva dato la disponibilità riguardo ad una ripartenza delle attività agonistiche in Serie A ma soltanto se fosse avvenuta in sicurezza e con passaggi progressivi che avessero prestato il fianco prima al pragmatismo e poi alle tempistiche dettate dall’avanzare del calendario.
Così non sembra essere e Tommasi lo fa notare nell’arco di un comunicato che esprime punto per punto lo sdegno dell’AIC. Nel dettaglio: “L’Assocalciatori manifesta le proprie perplessità, nonché la sorpresa, in merito alla decisione del Governo sulla modalità di ripartenza dello sport italiano. Si ritiene, infatti, discriminatoria, prima ancora che illogica, l’idea di far riprendere l’attività negli impianti sportivi ai tesserati di discipline sportive individuali e non consentire ai calciatori professionisti – così come ad altri atleti tesserati per discipline di squadra – lo svolgimento di allenamenti in forma individuale nei centri sportivi, come peraltro già consentito nel mese di marzo 2020″.
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La contrarietà di Tommasi verte sull’assunto che, qualora si volesse ipotizzare una ripartenza a pieno titolo del calcio giocato nel nostro Paese, senza un’adeguata preparazione fisica (che potrebbe avvenire solo attraverso gli allenamenti individuali nei centri sportivi adesso vietati ai calciatori), il livello di rischio sarebbe maggiore. Sopratutto a livello di possibili infortuni che potrebbero compromettere una situazione ospedaliera del Paese già in forte subbuglio per via dell’emergenza COVID-19: “Si rischia di produrre un aggravamento e non un contenimento del rischio!”, si legge alla fine del comunicato. Il caos legato al destino della Serie A è tutt’altro che vicino all’epilogo.
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