Paolo Condò, opinionista di Sky Sport, ha commentato le disposizioni sancite dal decreto governativo per la Fase 2 relative alla ripresa degli allenamenti e a quella, eventuale, della Serie A
Allenamenti individuali sì ? Quelli collettivo, al momento, no ? La Serie A tornerà in campo ? Quando ? Se ci si aspettava che il nuovo decreto governativo con le disposizioni per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus facesse chiarezza sulla ripresa dell’attività sportiva a livello nazionale, dopo la conferenza di campo e l’intervento da Fazio del ministro Spadafora, ipotesi e procedure sono ancora molto confuse.
Indubbiamente un’apertura, seppur lieve da parte del Governo, alla ripresa c’è stata. Relativamente agli sport collettivi infatti, dal 18 maggio, si dovrebbe ricominciare con gli allenamenti di gruppo. Tuttavia, per quanto riguarda la Serie A, permangono le incertezze in quanto il Protocollo Sanitario presentato dalla FIGC è stato, di fatto, bocciato e deve essere rielaborato, in alcuni punti, prima di riprendere.
Sulla questione Serie A è intervenuto anche Paolo Condò. Il giornalista, ospite su Sky Sport 24, si è soffermato sulla possibile ripresa del campionato, criticando le recenti dichiarazioni del ministro Spadafora. Una critica, come al solito, ben argomentata quella di Condò,
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“Mi sono fatto un’idea non bella che cerco di spiegare per sommi capi – commenta Condò – Il ministro Spadafora che cito esplicitamente perché Conte ha detto cose diverse ha creato il paradosso dei calciatori che possono allenarsi individualmente ma non nei centri sportivi dove sarebbero più controllati.” Poi l’affondo: “Ho la sensazione – prosegue Condò – che oltre al discorso del protocollo medico ci sia un intento politico e punitivo nei confronti del calcio di Serie A.”
Per motivare ulteriormente la sua riflessione, Condò cita anche Beppe Grillo: “Grillo propagandava l’ideale di una decrescita felice e creo che il ministro Spadafora appartenga alla fazione del suo partito che ancora vuole perseguirla. Io dico invece che bisogna produrre ricchezza per distribuirla meglio. Credo che l’idea di colpire un mondo che la produce sa di fatto politico e non sanitario ..”
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