La Serie B è pronta a ripartire, essendosi allineata alla Serie A col documento firmato da tutte le società. Eppure, restano tre club ancora critici sul protocollo proposto dalla Figc
Ormai la decisione spetta al Governo: se il calcio in Italia ripartirà o no, lo deciderà il Ministero della Salute e dello Sport, con naturalmente la parola finale al presidente del Consiglio. Le leghe di Serie A e B sono ormai compatte: firmati i documenti all’unanimità per la ripartenza dei campionati quando ci saranno le condizioni di garanzie minime per la salute.
La cadetteria si allinea al massimo campionato: tutti d’accordo i club che hanno firmato il documento consegnato alla Figc, che lo ha poi trasmesso al Governo, unitamente al protocollo sanitario per la ripresa degli allenamenti. Tuttavia, nonostante il documento scritto e sottoscritto, ci sarebbero almeno tre società di Serie B fermamente contrarie alla ripresa. Come si legge su Tuttosport, si tratta di Perugia, Spezia e Juve Stabia. Ma anche il Livorno va messo tra i “dissidenti” per via delle numerose dichiarazioni del presidente Spinelli sull’ipotesi di ricominciare.
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Ripresa Serie B, anche il Livorno critico sulla ripartenza del campionato
Le posizioni contrarie avrebbero sfumature diverse: mentre il Perugia vorrebbe l’annullamento della stagione, lo Spezia spinge per play off e play out per diminuire il numero di partite. La Juve Stabia, invece, vorrebbe riprendere il campionato, ma non prima di settembre. Da parte di Spinelli, invece, c’è una contrarietà di matrice etica: “Mi chiedo come si possa pensare di tornare a giocare – ha detto il presidente del Livorno – il dato sui morti è eloquente. Non ci sono le condizioni per mantenere le distanze di sicurezza negli spogliatoi, e soprattutto al primo caso di contagio si andrebbe incontro a un ulteriore blocco. Non penso ci siano le condizioni per riprendere”. In ogni caso, questo “mini” fronte del no ha sottoscritto il documento con cui la Lega di Serie B si dice (all’unanimità) pronta a ricominciare nei termini stabiliti dal Governo e dalla Federazione. Forse, a questo punto, sarebbe più opportuno parlare di chi – ormai – “tifa” per l’annullamento della stagione.
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