Dopo le linee tracciate dalla Uefa, la Figc ha fissato il prossimo 2 agosto come termine entro cui chiudere i campionati. Restano però i dubbi legati all’emergenza Coronavirus, come sostiene Francesco Ghirelli
Rispetto alla ripresa degli allenamenti, il ministro dello Sport Spadafora ha preso tempo e attende di valutare il protocollo della commissione medica federale insieme al ministro della Salute Speranza. Di questo e di altro, ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli
La Figc ha indicato il 2 agosto come ultima data per chiudere i campionati. Il Governo temporeggia sulla ripresa degli allenamenti. Qual è la sua posizione?
“Il Governo deve valutare con le autorità sanitarie le questioni riguardanti la salute. Capisco la difficoltà del Ministro Spadafora. Non vorrei trovarmi nei suoi panni”.
Diversi club però hanno dubbi sull’applicabilità del protocollo…
“Ho dubbi anch’io. Il protocollo è valido, ma servono note di salvaguardia. Come Lega Pro non siamo in grado di applicarlo per problemi di strutture mediche, di centri sportivi, di costi. Bisogna prolungare il ritorno in campo in modo che cambino le condizioni esterne legate al Coronavirus”.
Lei ha ipotizzato il blocco della Lega Pro, fermo restando che l’ultima decisione spetta alla Federcalcio. E’ ancora valida questa ipotesi?
“Ora non è possibile scendere in campo, la Serie A per esempio è più in grado di farlo. Il 4 maggio abbiamo l’Assemblea e ne discuterò con le società, il Consiglio federale del giorno dopo dirà l’ultima parola”.
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E’ rientra la sua polemica con il presidente della Lega di B Balata sull’ipotesi blocco e in relazione al possibile sorteggio per la quarta promossa nella Serie cadetta?
“Non voglio fare polemiche. Io sto facendo un percorso istituzionale corretto”.
Comunque vada, la Lega Pro rischia il default?
“Certo. Noi abbiano 60 società che hanno altrettante aziende produttive, in questo momento travolte dalla crisi. Se i rispettivi imprenditori devono investire, è chiaro che lo fanno sulle stesse aziende. E’ come in famiglia, se bisogna tagliare si fa per le cose non primarie. Per evitare il fallimento abbiamo bisogno della cassa integrazione, del fondo delle scommesse di cui si parla come uno degli interventi salva-calcio, insomma di vari interventi. In occasione dell’Assemblea del 4 maggio discuteremo il piano strategico relativo alla sostenibilità dei club”.
Gabriele Gravina, senza nominarlo, ha risposto al numero uno del Coni Malagò che aveva attaccato il calcio per aver preso decisioni diverse dagli altri sport, invitandolo a trovare un’alternativa alla ripresa. Il presidente della Figc ha parlato di strumentalizzazioni e polemiche prive di fondamento. Lei da che parte sta?
“Il presidente Gravina sta governando bene questa fase. Se si fermasse la Serie A senza avere una giustificazione di una causa maggiore, sarebbe un disastro dal punto di vista economico e lo pagherebbe tutto lo sport italiano. Per esempio, chi alimenta il fisco?”.
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