Nelle Isole Far Oer il calcio riapre i battenti. Il prossimo 9 maggio, con due settimane di ritardo, il Formuladeildin ripartirà. Le squadre dovranno seguire un protocollo sanitario molto rigido.
Il primo campionato a riaprire i battenti sarà quello delle Isole Far Oer. I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, d’altronde, rivelano che, sinora, nell’arcipelago del Regno di Danimarca, le persone positive al Covid-19 sono solo 185, mentre le vittime sono pari a zero. Per questo motivo, dunque, la federazione ha deciso di dare l’ok alla ripresa del Formuladeildin, il quale ripartirà con due settimane di ritardo.
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Isole Far Oer, il campionato riapre i battenti
Si riprenderà, sì, ma senza dimenticare la salute degli addetti ai lavori. A differenza di quanto successo in Italia, infatti, nelle Isole Far Oer il protocollo sanitario è stato già approvato. I calciatori dovranno lavarsi le mani prima e dopo la partita. Prima del calcio d’inizio il pallone sarà disinfettato. In campo, niente sputi e soffiate di naso. Durante il match i calciatori potranno bere, ma ognuno avrà la propria borraccia. Ogni squadra, poi, dovrà avere a disposizione due spogliatoi. Infine, per contenere la diffusione del virus, sarà necessario che la capitale Torshavn chiuda le porte del proprio stadio.
Una notizia, questa, che avrà fatto di certo piacere a Sebastian Avanzini, giocatore italiano di madre danese del Klaksvik. Nel Formuladeildin milita anche l’ex Udinese e Genoa, Evrard Blé. Il 38enne ivoriano, al contrario di Avanzini, non è un giocatore a tempo pieno. Per arrotondare, infatti, Blé fa l’operaio in un’azienda ittica. Una consuetudine per i giocatori del posto. La maggior parte di loro, infatti, al di là del calcio svolgono altri lavori (carpentieri, manovali, maestri di scuola). Il giocatore spagnolo Tarancon, al Mundo Deportivo, ha raccontato come le Isole Far Oer stanno affrontando questa situazione: “Qui ancora si seguono molte precauzioni, ma stiamo tornando alla normalità. Da lunedì scorso, 20 aprile, hanno riaperto le scuole, e adesso possiamo di nuovo allenarci tutti insieme. In realtà lo avevamo fatto anche nelle scorse settimane, ma solo a gruppi di cinque”. Sulle misure presenti nel protocollo sanitario, poi, ha detto: “Ci adattiamo, perché la salute viene prima di tutto, ma giocare a calcio è sempre bellissimo”.
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