Standard & Poors ha abbassato il rating del bond di Inter e Roma per le conseguenze del coronavirus. Le motivazioni dell’agenzia
L’agenzia Standard & Poor’s ha abbassato il rating dei bond emessi da Inter e Roma. La sospensione del campionato, conseguenza della pandemia da coronavirus, riduce l’affidabilità dei club secondo gli analisti americani. Anche se, sottolinea l’agenzia, “non è minacciata la capacità di onorare interessi e pagamenti”. L’Inter ha emesso un bond da 300 milioni alla fine del 2017, con scadenza nel 2022. La Roma si è mossa invece l’estate scorsa per 275 milioni. Secondo Standard & Poor’s, vista la crisi economica generata dalla pandemia, i bond sono passati da BB- a B+.
Inter e Roma, il giudizio di Standard & Poor’s
L’Inter ha lanciato l’offerta con l’obiettivo di rimborsare il maxi-finanziamento sottoscritto con Goldman Sachs ai tempi della presidenza Thohir. Sull’operazione dei nerazzurri, e su quella dei giallorossi, l’agenzia di rating ha dimostrato qualche dubbio. E ha inserito il rating in CreditWatch negativo, e questo vuol dire che potrebbe essere ulteriormente rivisto al ribasso se la crisi dovesse prolungarsi e peggiorare.
Il danno finanziario a breve termine, sottolineano gli analisti nel documento in cui annunciano la decisione, “dipende in parte da quando e se la stagione 2019-2020 della Serie A ricomincia e da quale forma“. E questo, a sua volta, dipende in gran parte dalla durata della pandemia e dalla gravità delle contromisure.
Il bond dell’Inter, si legge su Investire Oggi, prevede una cedola al 4,875%. Si caratterizza, come quello della Roma, per i bassi volumi scambiati nel tempo. Venerdì scorso, prosegue l’articolo, “quotava in area 90 centesimi, molto meno dei quasi 103 del 9 marzo, data di annuncio del “lockdown”, offrendo così un rendimento del 9,50%, praticamente il doppio della cedola“.
I rischi connessi al bond
L’agenzia evidenzia i rischi tanto per i risultati sportivi e per le squadre, quanto per le società a cui Inter e Roma fanno confluire i proventi delle sponsorizzazioni e dei diritti televisivi. I club, si legge, perderanno le entrate da botteghino e dovranno probabilmente rimborsare i prezzi degli abbonamenti e dei biglietti.
“La riduzione o la sospensione permanente della stagione potrebbe avere un effetto diretto media company e sulla squadra. La MediaCo potrebbe essere esposta a perdite di entrate commerciali in relazione a eventuali diritti di sponsorizzazione non completamente sfruttati, e se i partner dovessero invocare clausole legali e contrattuali finora non testate“ si legge.
Il potenziale calo delle entrate legate alla trasmissione delle partite e della sponsorizzazione comporterà, prosegue l’analisi, “una riduzione della liquidità per la TeamCo. Quest’ultima fa affidamento sul denaro distribuito dalla MediaCo per coprire i costi operativi in gran parte fissi, rappresentati principalmente dagli stipendi dei giocatori e dei dirigenti. Le distribuzioni più basse ricevute dalla MediaCo si aggiungerebbero quindi a entrate dal matchday già inferiori, collocando la TeamCo in una posizione finanziaria più debole in assenza di misure di risparmio sui costi, come la negoziazione ampiamente riportata, ma non ancora concordata in merito ai salari dei giocatori“.
Inoltre, il covid-19 potrebbe “influire sulle dinamiche del mercato del calcio oltre la stagione 2019/2020. Riteniamo che le misure adottate per contenere la pandemia abbiano spinto l’economia globale in recessione, con l’Italia che dovrebbe registrare un calo del PIL del 9,9% nel 2020. Un aumento della disoccupazione, associato a un reddito disponibile più basso e a budget depressivi per il marketing aziendale, potrebbe intaccare la redditività di contratti televisivi”.
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