Mancano 15 giorni alla tanto attesa “Fase 2”, vale a dire la parziale fine della quarantena, con misure che dovrebbero man mano allentarsi. Dovrebbe essere possibile uscire più liberamente, ma per bar, ristoranti e pizzerie non arrivano buone notizie. E anche il mondo dello sport ne risente
La Fase 2 si sta avvicinando: tra esattamente 15 giorni, il 4 maggio, dovrebbero finalmente arrivare le nuove misure per allentare un po’ la morsa sugli italiani, chiusi in casa dal 9 marzo. Non si conoscono i dettagli del nuovo decreto che il Governo sta preparando, ma è scontata una parziale riapertura delle attività, e soprattutto dovrebbe tornare la possibilità di uscire liberamente, anche senza autocertificazione.
Tuttavia, il vero ritorno alla normalità sarà ancora lontano. Soprattutto perché per rivedere in funzione bar, ristoranti e pizzerie bisognerà ancora aspettare. Come spiega il Corriere della Sera, questa tipologia di locali rappresenterà un rischio elevato, prolungando quindi i tempi per le riaperture. Per questo motivo, il Governo – intanto – sta valutando di la possibilità di concedere le consegne a domicilio in tutti i settori (cosa che in alcune regioni già avviene) ma anche il servizio da asporto.
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Altra mazzata sull’indotto del calcio: ristoranti e pizzerie ancora chiusi
In questo modo i ristoranti e le pizzerie potranno quantomeno riaprire. Ovviamente, bisognerà rispettare le misure di sicurezze e le ormai famigerate distanze sociali, ma sarà comunque un inizio. Bisognerà fare i conti con ingressi scaglionati, come avverrà per tutti i negozi che intanto riapriranno. Il numero di persone che ogni locale potrà accogliere sarà calcolato in base alla metratura dei locali. Ma proprio questo aspetto non piace agli esercenti: con la prospettiva di rivedere il calcio riprendere i campionati (e in generale altre discipline sportive) i ristoratori speravano di poter almeno trasmettere le partite nei loro locali.
Gli stadi, infatti, saranno chiusi al pubblico almeno fino al prossimo anno, e quindi la possibilità di trasmettere le partite nei locali avrebbe creato un indotto interessante, soprattutto per aiutare la ripresa economica. Invece, le misure in arrivo non prevederanno nulla di simile a un assembramento: bisognerà attendere, quantomeno, la riapertura dei servizi ai tavoli, fermo restando la possibilità di poter radunare persone per vedere le partite. Un indotto già colpito pesantemente, visto che con gli stadi chiusi tutte le attività di ristorazione intorno agli stadi rimarrano ferme per chissà quanti mesi a venire.
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