Alessandro Florenzi ha raccontato ai microfoni di Sky Sport il motivo che lo costrinse a saltare Atalanta-Valencia, match d’andata degli ottavi di finale di Champions. Partita da molti definita una ‘bomba biologica’
Atalanta-Valencia sarà una partita che in molti ricorderanno a lungo. Non solo perché ha rappresentato il primo atto dell’impresa nerazzurra. Ma anche, e soprattutto, perché è stata definita da diversi esperti del settore come la partita che ha contribuito in maniera consistente alla diffusione del Covid-19. “Quarantamila bergamaschi a San Siro per Atalanta-Valencia, in pullman, auto e treno. Una bomba biologica, purtroppo”, così l’ha definita il primario del reparto di Pneumologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Fabiano Di Marco. A fargli eco è stato il sindaco di Bergamo: “La partita era una bomba biologica. A quel tempo non sapevamo cosa stesse succedendo. Se il virus era già in circolazione, i quarantamila fan che andarono allo stadio di San Siro erano infetti“.
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Florenzi: “Ringrazio la varicella”
Alessandro Florenzi quella partita non l’ha giocata. Ad impedirglielo è stata la varicella. Varicella che, oggi, il centrocampista del Valencia ringrazia: “Intanto ringrazio la varicella. Non l’avevo mai avuta in vita mia, è arrivata al momento giusto. Non che ci sia stato il primo contagio, ma quella partita ha fatto”. Il ritorno, invece, Florenzi l’ha giocato, subentrando nella ripresa a Rodrigo: “Il ritorno è stato surreale per me e per tanti giocatori, era la prima volta che giocavano a porte chiuse. Non so se avremmo dovuto giocare, il Getafe e la Roma hanno deciso di non andare in trasferta. Dentro di noi ci sono stati dei casi, adesso non so dire se quella partita abbia inciso, ma se fosse stata giocata a porte chiuse o non giocata proprio, poteva essere limitato il contagio. Ma solo Dio lo sa”.
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