La situazione in Lombardia è più difficile rispetto alle altre regioni: il virus si è diffuso maggiormente e i rischi per la ripresa del calcio sono alti. Ma per non portare via le squadre lombarde e piemontesi c’è una nuova proposta
Il calcio cerca affanosamente di darsi una data per provare a ripartire. Quella del 4 maggio sembra essere la prescelta per la ripresa degli allenamenti, con il campionato che potrebbe ricominciare alla fine dello stesso mese, oppure agli inizi di giugno. Eppure, su tentativi di riorganizzazione pesa l’incognita della Lombarida: la regione del nord Italia vive un’emergenza molto più pesante rispetto alle altre zone del Paese. Ospedali pieni e altissimi numeri di contagiati e – purtroppo – di decessi. Ecco perché la ripresa del calcio in Lombardia è senz’altro molto più complicata: per questo motivo il presidente della Figc Gabriele Gravina aveva ipotizzato la possibilità di portare le squadre lombarde (ma anche piemontesi) a giocare altrove: addirittura al Sud Italia o nelle zone centrali, dove il problema pandemia è meno grave.
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Serie A, ecco il “mini Mondiale” per le squadre lombarde e piemontesi
Una proposta che, però, non è piaciuta a nessuno: l’idea di “toccare” le tre grandi Milan, Inter e Juventus si è dimostrata un azzardo. Sarebbe molto difficile far giocare le tre grandi e centinaia di chilometri dai loro stadi: di fatto in campo neutro. Ed è per questo che il Corriere dello Sport apre a un’ipotesi: l’idea sarebbe di giocare una sorta di “mini Mondiale” nelle vicinanze delle città dove non si potrebbe giocare. Spostare, quindi, le sedi delle squadre mondiali in tre o quattro città dove l’emergenza Coronavirus è meno grave, dove la diffusione della malattia è stata minore. In questo caso si preserverebbe almeno il fattore geografico senza sacrificare eccessivamente le formazioni lombarde e piemontesi.
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