Maurizio Sarri ha parlato in diretta al canale Youtube della Juventus in un’intervista con con Enrico Zambruno, Claudio Zuliani e lo scrittore Sandro Veronesi.
Finita la quarantena, “voglio andare a Roma per la finale di Coppa Italia, poi in qualunque sede europea perché vorrebbe dire che siamo andati avanti in Champions League“. Maurizio Sarri, allenatore della Juve, racconta la sua quarantena, la sua visione del calcio, la sua storia in una diretta sul canale Youtube dei bianconeri con Enrico Zambruno, Claudio Zuliani e lo scrittore Sandro Veronesi. E prepara gli spettatori: “Potremmo dover giocare per 14-15 mesi di fila”.
Sarri ha detto che sta staccando un po’ dal calcio. “Leggo molto, questo è il periodo dei gialli. Guardo qualche partita del passato, e ogni volta che vedo il Milan di Sacchi, capisco che erano vent’anni avanti“.
Durante la diretta, il tecnico della Juventus svela di non essere un gran cuoco, ma sta provando a imparare, e rivela che per il calcio ha anche pianto. “Non è un segno di debolezza, ma di passione e di forza” dice.
Ha pianto anche dopo la stagione al Chelsea. “Nei primi mesi, ho avuto un rapporto molto conflittuale con loro. Ma alla fine, le cose sono andate bene” ammette. “Io parlo molto di quello che sbagliano, e poco di quello che fanno bene. Capisco che all’inizio il rapporto è difficile. Ma alla fine ti riconoscono un’onestà di fondo. Oggi sono rimasto in buoni rapporti con giocatori che, quando li allenavo, facevo giocare poco”
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Sarri, aneddoti e curiosità
Si parla di scaramanzia, un argomento prevedibile essendo oggi venerdì 17. “Avevo questa fissazione di mettere la macchina sempre nello stesso posto, quando allenavo in Eccellenza. I giocatori se n’erano accorti, e qualche volta mettevano la loro lì apposta. Un giorno, entro in spogliatoio e dico al giocatore che aveva parcheggiato in quel posto: hai tre minuti per uscire e spostarla o te la sposto io in altro modo. Lui non esce. Io, che avevo la macchina dietro, metto la prima e gliela porto via. Nessuno parcheggiò più lì” spiega.
Sarri racconta anche di un incontro particolare, al bar a Figline. “Vediamo uno a piedi che sta passando, e il barista mi dice: “Guarda, c’è uno che sembra Dustin Hoffman dietro”. Uno grida “Hey, Dustin”. Lui si gira, viene verso di noi: “Sì, dimmi”. Era davvero lui“. Era ospite dal cantante Sting che ha la villa non lontano.
Infine, racconta un po’ i suoi gusti. Appassionato di Charles Bukowski e John Fante, da giovane lettore, è più da Janis Joplin e Rolling Stones che da Beatles.
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