Il rappresentante italiano dell’OMS, Walter Ricciardi, avverte: “Coronavirus? In autunno ci sarà una seconda ondata”. Cosa ne sarà del calcio?
I dati forniti dalla Protezione Civile negli ultimi giorni, ci mostrano un’Italia che sta finalmente rialzando la testa. A fronte di un numero di decessi ancora alto (nelle ultime 24 ore sono morte 575 persone), diversi sono i segnali postivi: calano i nuovi contagiati, aumentano i guariti, diminuiscono le persone ricoverate con sintomi, e la terapia intensiva, seppur lentamente, continua a svuotarsi.
Guai, però, ad abbassare la guardia. Chi crede che il ritorno alla normalità sia ormai prossimo, si sbaglia. Sì, perché, come dichiarato dal rappresentante italiano Oms e consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi, il rischio di una seconda ondata in autunno sarà: “più che un’ipotesi, è una certezza”. “Fino a quando non avremo un vaccino – spiega Ricciardi– ci saranno nuove ondate o, speriamo, tanti piccoli focolai epidemici. Per questo è molto importante non accelerare le riaperture: in caso contrario la seconda ondata invece di averla più avanti rischiamo di subirla prima dell’estate”.
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Secondo il rappresentante italiano dell’OMS, dovremo essere pronti a: “una lunga fase di convivenza col virus. Speriamo che sia una convivenza di mesi e non di anni, ma ci troveremo di fronte a una nuova normalità”.
Un tema questo che tocca da vicino anche il calcio. Cosa succederà, infatti, se tra qualche mese il virus dovesse tornare a diffondersi con la stessa rapidità? Dopo gli ultimi dati forniti dalla Protezione Civile, i vertici di Lega e Figc si sono messe subito all’opera, studiando diverse soluzioni per ripartire quanto prima. L’obiettivo è tornare in campo a fine maggio; e di farlo nel massimo rispetto della salute dei giocatori e di tutti coloro che gli ruotano attorno. Per questo, infatti, Il Comitato medico scientifico della Ficg ha già stilato le prime linee guida che tutte le società dovranno seguire per garantire la ripresa in massima sicurezza. Almeno in un primo momento, per esempio, sarà necessario che tutti club vadano in ritiro presso i propri centri sportivi. Inoltre, tutti i tesserati (dai giocatori ai medici, passando per fisioterapisti e magazzinieri) saranno costantemente sottoposti ad approfonditi screening, al fine di monitorare il loro stato di salute.
Viste le prospettive del consulente del Ministro della salute, basteranno queste misure per garantire lo svolgimento del campionato anche in presenza di una seconda ondata? Il timore è che, nel caso in cui il coronavirus dovesse tornare a farla da padrone, lo sport, tutto, sarà costretto ad un nuovo stop. D’altro canto, come spiega lo stesso Ricciardi, fin quando non sarà trovato un vaccino, l’unica forma di prevenzione rimarrà solo e soltanto una: “il distanziamento fisico, la distanza tra le persone che non sono certe del loro stato immunologico”. Una misura, questa, impossibile da rispettare negli sport di contatto come il calcio. Si andrà dunque verso l’ennesimo rinvio?
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