È ormai aperta e certificata la “guerra” tra i vertici del calcio e dello sport in generale sulla ripartenza della Serie A. Due veri e propri fronti tra chi vorrebbe fermare tutto e chi spinge per la ripresa.
È ormai scontro ai vertici dello sport italiano. Il calcio spacca i due fronti: il motivo è la ripresa della Serie A. Da un lato c’è il presidente della Figc, Gabriele Gravina, che spinge fortissimo per la ripartenza del campionato nel minor tempo possibile. E dall’altro c’è il capo dello sport Italiano, il presidente del Coni Giovanni Malagò, che invece frena con insistenza, mettendo il calcio all’ultimo posto tra le priorità: ed anzi, sembra quasi volere lo stop definitivo.
Posizioni contrastanti che si consumano a suon di interviste e interventi quotidiani su radio e tv. Gravina ormai spiega ogni giorno quale è il piano per far ripartire la Serie A: ieri riunione in call conference con i medici sportivi per presentare un piano al Governo per la riorganizzazione degli allenamenti e quindi la ripresa del campionato. Il 23 aprile ci sarà un’altra riunione, stavolta con la Lega Calcio, per una bozza di fatto definitiva sulla proposta di calendario, che potrebbe partire alla fine di maggio e includere anche le partite di Coppa Italia.
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Il presidente del Coni Malagò, invece, ha una posizione nettamente diversa: schierandosi al fianco di alcuni atleti (come la campionessa di nuoto Federica Pellegrini) chiede che non solo il calcio sia visto come esigenza prioritaria. Il capo dello sport italiano punta il dito sull’aspetto economico, che mette sì il calcio in difficoltà, ma sta letteralmente massacrando le altre discipline sportive. Sembra essere diventato quasi un discorso di principio, con un fronte tra chi vede nella ripartenza del calcio una sorta di “sfregio” ai problemi legati alla pandemia e all’emergenza che riguarda tutta l’Italia.
Dal capo del Coni attacchi molto duri: “Il calcio sta sbagliando tutto”, e prese di posizioni oppositive. Eppure, Giovanni Malagò è il capo dello sport italiano, e quindi anche del calcio. Mentre il presidente Figc Gravina difende ciò che lo riguarda strettamente, Malagò si oppone a quello che è lo sport nazionale e terza industria del paese. Una posizione difficilmente comprensibile, che di certo alimenterà ancora il dibattito di questa lunga quarantena.
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