Il presidente della Figc Gravina conferma che le intenzioni sono di far riprendere i campionati, ma non esclude che possano esserci limitazioni per il nord Italia. L’esigenza di ripartire sarebbe dettata anche dal timore di una pioggia di ricorsi contro la Federazione
La Figc spinge per la ripresa dei campionati, soprattutto per il timore di una pioggia di ricorsi contro la Federazione. E’ quanto ribadisce il presidente Gabriele Gravina, che in un’intervista a Repubblica afferma per l’ennesima volta che c’è tempo e modo per completare i campionati. “Fermare tutto – spiega Gravina – aprirebbe una serie di contenziosi. Ho già ricevuto molte diffide. C’è chi ci chiede di non partire, ma poi non ha idea di come risolvere le criticità. Fifa e Uefa sono state chiare: non si comincerà la nuova stagione senza finire questa”.
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Gravina: “I presidenti non possono decidere in base alle loro convenienze”
Gravina esclude l’esistenza di deadline: “Andremo di pari passo con gli altri campionati europei. Se cominciamo a inizio giugno abbiamo tempo per terminare a fine luglio. Poi ci saranno le coppe. Se invece dovessimo ripartire a settembre, il campionato si chiuderà a novembre e si potrà tornare in campo a gennaio”.
Il presidente della Figc non esclude che possano esserci limitazioni per le squadre del nord Italia. “Giocare sotto il Rubicone, evitando le partite al nord? Può essere una possibilità, ma non si può pensare di giocare 10 partite sullo stesso campo in un week end. Servirebbero venti centri di allenamento“. Infine Gravina tira le orecchie ai presidenti: “Bisogna trovare la soluzione tutti insieme. Quella giusta, e non quella in base alle convenienze di ognuno. Non possiamo lasciarci abbandonare a queste tentazioni. Serve responsabilità”.
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