Un portavoce dell’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato che le mascherine dovranno essere indossate fin quando non si scoprirà un vaccino per il Coronavirus. Un’indicazione che sarà difficile, quasi impossibile, far rispettare negli sport di contatto come il calcio.
L’emergenza Coronavirus non finirà presto o comunque non potrà ritenersi definitivamente conclusa prima della scoperta del vaccino. In tutti i paesi colpiti dalla pandemia, compresa l’Italia, si dovranno continuare a rispettare norme di sicurezza igienico-sanitarie anche dopo la fine del lock-down.
Nei prossimi mesi, pertanto, come affermato dal portavoce dell’OMS, i cittadini saranno, di fatto, ancora obbligati a indossare le mascherine o altre tipologie di protezione facciale. Come spiega David Nabarro, in esclusiva alla BBC, la salute delle persone rimane a rischio perché il virus non scomparirà repentinamente e anche i guariti non potranno ritenersi immuni. Per questo la prevenzione rimane un aspetto fondamentale. Ma come si comporterà il mondo dello sport?
Coronavirus, mascherina obbligatoria: le contraddizioni nello sport
L’utilizzo obbligatorio delle mascherine diventa un altro grande ostacolo per il mondo dello sport, che sta cercando in tutti i modi di ripartire. In particolare per quelle discipline di contatto come il calcio.
Durante le partite è logicamente impossibile osservare questa norma, che al massimo potrà essere concretizzarsi all’ingresso in campo delle squadre o tra i giocatori panchina come accaduto recentemente nel campionato brasiliano. In quell’occasione i giocatori del Gremio avevano indossato la mascherina in segno di protesta, per fermare il campionato, adesso potrebbe diventare la normalità.
Mascherina o meno, il futuro del calcio resta molto incerto. Se l’Oms punta a limitare i contagi con indicazioni di protezione e distanziamento sociale, figurarsi cosa potrà accadere in campo in situazione di gioco come una mischia in area di rigore, i capannelli di protesta contro l’arbitro, le “risse” o le esultanze. Per non parlare dei calciatori che siedono uno vicino l’altro in panchina. Tutte situazioni di grande pericolo che nemmeno, forse, la mascherina riuscirà a contenere.
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