La Serie A si prepara a riaprire i battenti. Fra ipotesi e strategie, l’unica certezza sembra essere quella di giocare i match rimanenti a porte chiuse.
La stagione di Serie A sarà portata a termine, questo almeno è l’auspicio della maggioranza dei presidenti che continuano a dibattere su un tema controverso, sul quale raggiungere un accordo unanime sembra quasi un’utopia. Con l’accentuarsi dell’emergenza Coronavirus, si naviga a vista: la ripresa resta prioritaria, ma viene (per forza di cose) dopo la messa in sicurezza di atleti e addetti ai lavori. Ad ogni modo, le partite – secondo le ultime disposizioni di Governo – dovrebbero e potrebbero riprendere fra un mese e mezzo. Sono, comunque, ancora tanti gli aspetti da discutere: dal taglio degli stipendi alla rimodulazione del calendario per garantire lo svolgimento – regolare e senza ulteriori alterazioni – della stagione in corso.
Serie A, unica certezza: partite a porte chiuse fino a Natale
L’unica certezza, sinora, è la volontà di far giocare i match – non appena le misure draconiane saranno allentate – a porte chiuse. Come già era consuetudine fare nelle fasi iniziali dell’emergenza COVID-19. Inoltre si vaglia anche l’ipotesi di giocare talune partite in campo neutro, qualora dovessero presentarsi ancora determinate zone rosse in base a possibili focolai di contagio attivi. Al netto delle alternative, il calo di rendite – in un sistema già al collasso – senza vendita dei biglietti e abbonamenti sarà (stando alle ultime stime) fra i 75 e i 95 milioni di euro. Questo leitmotiv, fra porte chiuse e riorganizzazioni logistiche eventuali, dovrebbe proseguire almeno fino a Natale, limite quest’ultimo alquanto provvisorio come tutto, del resto, in questo periodo.
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