L ‘International Board della Fifa ha comunicato alcune novità regolamentari, in vigore dal primo giugno 2020. Le modifiche sono state rispetto all’utilizzo della Var, sui falli di mano e sui calci di rigore. In ESCLUSIVA a CalcioToday.it dall’ex arbitro Luca Marelli
Tra le decisioni della Fifa c’è la raccomandazione all’arbitro di ricorrere maggiormente alla Var in situazioni soggettive. Cosa ne pensa?
“Sotto questo profilo non cambia nulla. Resta la fase principale, cioè il chiaro errore o meno. Questa nuova definizione ci dice che tutte le azioni soggettive (tocchi di mano, contatti tra i giocatori) se ritenute chiaro ed evidente errore da parte del Var, gli arbitri dovranno rivederle, come avviene già in Italia. In realtà l’Ifab ha voluto dare un segnale alla Premier, dove alcune decisioni vengono prese dagli arbitri che gestiscono la tecnologia, dando di fatto al direttore di gara la facoltà di dire l’ultima parola”.
Modifiche importanti sono state fatte sul fallo di mano…
“Per quanto riguarda i tocchi di mano in difesa hanno semplicemente definito la zona, dall’ascella in giù. Nelle azioni di attacco invece hanno fatto una modifica giusta: quando non c’è immediatezza tra tocco e gol, questo sarà regolare. Per intenderci, la rete annullata ad Ibrahimovic contro la Fiorentina”.
Sul calcio di rigore, sono stati introdotti casi in cui questo non deve essere ripetuto anche se il portiere si muove prima. Concorda?
“Se il portiere si muove prima e il calcio di rigore finisce sul palo o fuori, non va ripetuto. Ma diventa soggettivo stabilire se l’estremo difensore abbia o meno condizionato la battuta del penalty. Io avrei evitato modifiche. “.
Rispetto ai calci di rigore post supplementari, c’è una novità sulle ammonizioni. Di cosa si tratta?
“Un giocatore già ammonito nell’arco dei 120 minuti, se durante i tiri dagli undici metri compie un’irregolarità da giallo, non viene espulso. Viene comunque segnato nel rapporto, poi sarà il giudice sportivo a decidere riguardo alla gara successiva”.
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Secondo lei, quale resta la criticità principale nel rapporto tra arbitro e VaR?
“Secondo me va bene così. La confusione avviene soprattutto a livello massmediatico perché ci sono troppi commentatori che non conoscono i regolamenti”.
Ritiene che la soggettività dell’arbitro resti elevata?
“No, perché ci sono troppi episodi in cui la soggettività è naturale. Oggettivi sono il fuorigioco, palla dentro o fuori l’area, gol no-gol. Al contrario, l’entità di un contatto è naturalmente soggettiva, non può essere stigmatizzata. Dobbiamo metterci in testa che l’errore dell’arbitro ci sarà sempre perché è umano”.
Una cosa che comunque lei introdurrebbe per migliorare ulteriormente la direzione di gara?
“Il challenge stile Nfl: ogni squadra, tramite il tecnico o il capitano, può fare una chiamata a tempo. Nel caso in cui la prima avesse esito positivo, consentirei la terza come una sorta di premio. Prima o poi ci si avverrà, è la naturale evoluzione della tecnologia”.
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