Luciano Moggi, ex dirigente di Juventus, Napoli, Roma, Torino e Lazio ha rilasciato una lunga intervista al sito Calciomercato.com dove ha espresso la propria opinione sui temi più caldi di queste settimane calcistiche, piegate dall’emergenza Coronavirus.
Tra considerazioni e critiche, Moggi ha subito chiarito il suo punto di vista sulla ripresa degli allenamenti da parte dei club di Serie A: “Non faccio né il medico né il virologo, a differenza di altri. Bisogna stare tranquilli e saper attendere, per poi salvare il calcio. Quando il virus sarà un brutto ricordo, si potrà ricominciare senza problemi. Al momento è ancora difficile fare previsioni”.
Moggi, torna sul tema Calciopoli e critica la Uefa
La data in cui ripartirà la Serie A resta ancora incerta, così come l’effettiva conclusione delle stagione. Moggi in merito si è schierato chiaramente: “Il campionato va concluso, virus permettendo. Al momento il pallone è l’ultimo dei problemi, ma va detto che terminare le partite in programma è fondamentale, soprattutto per quanto riguarda i diritti tv, che sono il vero motore delle squadre di calcio”. Proprio su quest’ultimi ha aggiunto: “Se i match non venissero giocati, perderebbero un sacco di soldi sia i club, che Sky e Dazn che hanno comprato i diritti”.
Spazio alle critiche per il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, per le decisioni prese durante le ultime settimane: “Ne hanno combinate di tutti i colori. Hanno fatto disputare alcune partite a porte aperte quando altre contemporaneamente giocavano a porte chiuse. In Europa League a Glasgow, con il virus già in diffusione, c’erano 45mila persone allo stadio. Ci sono state parecchie cose fuori posto, come ad esempio Atalanta-Valencia. Prevenire è meglio che curare, da sempre. In Europa non c’è gente di polso, non hanno la mano ferma per decidere. Io, da dirigente, mi sono sempre assunto le responsabilità delle scelte fatte”.
Il tema principale, però resta Calciopoli. Moggi ha pubblicato negli scorsi giorni delle intercettazioni telefoniche tra l’ex addetto agli arbitri del Milan, Meani, e l’arbitro De Santis prima e dopo Fiorentina-Milan del 2005: “Hai visto sono stato capace di far fare il silenzio stampa alla Juve, non c’era mai riuscito nessuno nella storia del Calcio”, disse l’ex arbitro. La risposta di Meani: “Sei un amico, lo dirò al capo”. Poi ancora, Meani chiamò De Santis: ”Ti telefono per dirti che abbiamo tre giocatori diffidati, Rui Costa, Nesta e Seedorf, non li ammonire perchè domenica giochiamo a Milano contro la Juve”.
L’ex dirigente ha voluto quindi rincarare la dose, dichiarando nell’intervista odierna: “Calciopoli è stata una grossa farsa, non lo dico solo io, lo dicono tutti. Siccome quando si parla di certe cose bisogna essere documentati, ho voluto mostrare che se pubblico un’intercettazione con giorno e ora, corrisponde alla verità. Se qualcuno ha qualcosa da eccepire, perché non mi querela? Non lo fanno perché sanno che ho ragione“.
Infine sul taglio degli stipendi, Moggi ha consigliato alle squadre di seguire il modello della Juventus: “La proposta della Lega vale fino a un certo punto. Le società hanno rapporti importanti con i loro giocatori, un dipendente deve rispondere a quello che decide il proprio datore di lavoro. Da questo punto di vista la Juve è stata un esempio: ognuno decide a casa propria, l’AIC non ha voce in capitolo”.
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