La Premier League potrebbe aprirsi alla rivIn Inghilterra, Sky e British Telecom hanno già versato alle squadre l’intero ammontare dei diritti televisivi:, che valgono 1,7 miliardi di euro a stagione. Allo stesso modo, i club hanno anche ricevuto anche tutti i soldi ricavati dai diritti esteri, altri 1,6 miliardi di euro.
Contrariamente a quanto accade in Italia, dove i versamenti avvengono attraverso rate bimestrali, e in Francia dove Canal+ ha annunciato l’intenzione di non versare l’ultima rata, in Premier League l’accordo prevede solo due tranche: una ad agosto e una a febbraio.
Solo che mancano ancora dodici giornate di campionato. E in caso di cancellazione del campionato, i club potrebbero essere costretti a restituire quasi 900 milioni di euro.
Secondo il Times, i club stanno spingendo intanto per rompere il divieto di trasmettere in diretta le partite il sabato alle 15, la fascia oraria con la principale contemporaneità di incontri in Inghilterra. E’ una misura antica, che risale ancora alla concezione per cui la diretta televisiva sarebbe un ostacolo alla presenza del pubblico negli stadi.
La possibilità che gli ultimi incontri della stagione si giochino a porte chiuse potrebbe portare ad allentare questo divieto. “Considerate le circostanze eccezionali di questa stagione, la Uefa ha allentato la protezione garantita a Inghilterra e Scozia per il resto del campionato” si legge in un comunicato.
Premier League, il piano delle big per la prossima asta
Questa risposta che è soltanto emergenziale potrebbe però diventare strutturale. Manchester United, Arsenal e Chelsea stanno infatti spingendo per eliminare il blackout imposto alla Premier League e al calcio in tv il sabato pomeriggio in Inghilterra. Potrebbe essere uno dei punti chiave al centro dell’asta per i diritti televisivi del prossimo triennio della Premier League, che saranno discussi nel 2022.
Sarà interessante valutare come saranno eventualmente scelte le partite da trasmettere nella fascia oraria del sabato pomeriggio. In Premier League, infatti, la lega vende i diritti di trasmissione delle partite per pacchetti legati alle fasce orarie. E una quota pari al 25% degli introiti dei diritti “domestici” (ovvero di quanto versato dalle pay tv nazionali) viene distribuita in relazione ai passaggi televisivi. Non è da escludere che la posizione delle big dipenda anche dalla prospettiva di una maggiore sperequazione nelle presenze tv, e dunque di maggiori introiti per le grandi rispetto alle concorrenti.
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