Anche in Spagna, questi, sono giorni frenetici. In attesa che l’emergenza coronavirus regredisca, i vertici del calcio iberico stanno studiando un piano per tornare in campo quanto prima. Al termine della riunione tenutasi oggi, l’AFE avrebbe raggiunto un accordo con la Federazione spagnola. L’idea sarebbe quella di giocare una partita ogni 72 ore, con la previsione di due pause per tempo, al fine di consentire ai giocatori di idratarsi.
Liga, Rubiales: “La Federazione impone la tutela della salute dei calciatori”
La priorità rimane la tutela della salute dei giocatori. Lo ha ribadito il presidente della RFEF, Luis Rubiales, nella nota diffusa al termine della riunione: “La Federazione impone quindi la difesa della salute dei calciatori al di sopra della competizione. Inoltre, ha indicato che durante i mesi di maggio, giugno, luglio o agosto, si opporrà alla disputa delle partite in cui le condizioni di calore, radiazione solare e umidità siano contrarie alla salute dei calciatori”. Scartata, dunque, la proposta iniziale dell’AFE, che prevedeva di giocare ogni 48 ore.
Nel pomeriggio, poi, ha parlato anche il presidente della Liga, Javier Tebas. Sulla ripresa del campionato, il numero uno della massima serie calcistica spagnola ha detto: “Stiamo considerando l’idea di tornare a giocare in Spagna e in altri Paesi europei il 28 maggio, o in alternativa il 6 giugno o il 28 giugno. Con queste date ovviamente c’è tempo per ricominciare ad allenarsi rispettando il protocollo di ripresa dell’attività che abbiamo disegnato per la Liga e che abbiamo mandato per conoscenza anche ad altri campionati, compresa la Serie A. Bisognerà però prima vedere cosa succederà in questo mese di aprile”.
A chi gli chiede, poi, se ci sia la possibilità di annullare la stagione 2019/2020, Tebas risponde: “Questa è una cosa che mi appare solo quando dormo, sotto forma di incubo. Quando sono sveglio non mi passa mai per la testa. In ambito sportivo né in Spagna né in Europa si è pensato a questa ipotesi perché mancano settimane prima che eventualmente possa succedere. Ci penseremo solo quando effettivamente, calendario alla meno, non potremo più giocare”.
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