Vive una quarantena molto particolare Ronaldinho: l’ex asso del Barcellona e campione del mondo con il Brasile, ha compiuto un mese di detenzione nel carcere di massima sicurezza di Asuncion, in Paraguay, dove è detenuto assieme al fratello Roberto de Assis. La vicenda è legata a documenti falsi. Ronaldinho, che in galera ha anche festeggiato i suoi 40 anni, ha visto l’iter burocratico per il suo rilascio bloccato dall’emergenza Coronavirus, che di fatto ha stoppato tutte le pratiche per il suo rilascio, le quali sembravano a buon punto.
Ronaldinho rischia di rimanere in carcere sei mesi
Stando ai legali dell’ex calciatore, erano state raccolte le prove dell’innocenza di Ronaldinho, che sarebbe stato truffato. L’ex giocatore del Milan ha richiesto gli arresti domiciliari, ed è ancora in attesa di risposta. Gli avvocati del brasiliano hanno incolpato della oscura vicenda l’organizzatrice del viaggio in Paraguay, la signora Dalia Lopez, che ha fatto perdere le sue tracce e si pensi sia nascosta in Brasile. A quanto pare – secondo i media locali – senza rintracciare la Lopez i fratelli de Assis non potranno dimostrare la loro innocenza. Per questo si teme una detenzione ancora più lunga: secondo la legge paraguaiana, il carcere preventivo può durare fino a sei mesi.
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