Torna a parlare Luciano Moggi, come al solito l’ex direttore sportivo della Juventus non è mai banale e ogni sua parola scatena diatribe e controversie. Stavolta ha affidato alle pagine di “Libero” il proprio disappunto: nel mirino la gestione dell’emergenza Coronavirus. Moggi non condivide la linea adottata dalle alte sfere del calcio, bisognava – secondo lui – intervenire meglio e prima con decisioni circostanziate e risolute.
Troppo pressappochismo e grande confusione, il duro attacco di Moggi che non risparmia nessuno all’interno della propria analisi sulle pagine del noto quotidiano: “Nessuna chiarezza sul perchè Ceferin abbia fatto giocare Lione-Juve e Atalanta-Valencia a porte aperte. Poi perchè, il 12 marzo, quattro partite di Europa League sono state giocate a porte chiuse mentre a – nella stessa serata – a Glasgow c’erano quarantamila spettatori per Rangers-Bayern Leverkusen?”. Il disappunto di Moggi parrebbe essere ben articolato, premessa utile all’ex dirigente bianconero per dare la stoccata finale: “Nel calcio di oggi manca qualcuno in grado di prendere decisioni vere, sapendo tenere le redini del comando. Non è facile, capisco bene. Io, però, da dirigente mi sono sempre assunto le responsabilità delle mie scelte”, ha concluso Moggi.
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