Dejan Stankovic è uno che la Serie A la conosce molto bene, è arrivato a fine anni Novanta dalla Stella Rossa – che adesso allena – ha vinto molto, tutto quello che si poteva con Lazio e Inter. Deki (come lo chiamano affettuosamente) è stato una delle colonne portanti del triplete nerazzurro raggiunto con Mourinho. Ancora oggi lo ricorda con molto piacere e quella punta d’orgoglio che gli garantisce la permanenza – nonostante non calchi più i campi da calciatore – fra i grandi del nostro calcio.
Stankovic, la stoffa del campione: “Lazio e Inter entrambi forti, ma triplete storico”
L’ex centrocampista serbo si è raccontato a Sky Sport, in un viaggio fra passato e presente guardando al futuro. Si è parlato naturalmente di Lazio e Inter, che squadre sono state per lui, il valore che hanno avuto quegli anni: “Il triplete ha fatto la storia, è un obiettivo irripetibile. Un traguardo unico. Mettere a paragone Lazio e Inter è sbagliato, sono due squadre molto forti – sia adesso che quando c’ero io – ma fra l’una e l’altra vittoria (Scudetto biancoceleste e triplete nerazzurro) sono passati dieci anni. Il calcio cambia facilmente, posso dire che la Lazio di Cragnotti ha vinto poco rispetto alla sua forza. Anche in Champions League, intendo”, ammette Stankovic.
Tornando al triplete dell’Inter, ormai sono passati dieci anni quasi, Stankovic spiega meglio il valore di quell’impresa: “Aveva tutto un sapore particolare. Basti pensare che una squadra come la Juventus, che è forte e sono anni che investe per andarci vicino, non c’è mai riuscita. Non capita tutti i giorni, ecco. Noi facemmo un grande lavoro di costruzione con Mourinho, a livello di squadra e tattica. Il gruppo partiva consolidato dai tempi di Mancini, poi abbiamo aggiunto i tasselli giusti: avevamo in testa di voler fare la storia dell’Inter e ce l’abbiamo fatta. Tant’è che dopo è stato difficile ripetersi, i cicli finiscono, purtroppo ma Moratti e Mourinho vanno solo ringraziati”, conclude il serbo.
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