Sospetto caso di Coronavirus in Ligue 1, il Montpellier non conferma
Italiani costretti a casa dalla quarantena imposta dal governo per contenere l’emergenza Coronavirus. Totale incertezza, non si sa né come né quando si potrà riprendere. Lo sport al palo, con tutto l’indotto economico che si porta dietro. Posti di lavoro a rischio, crisi economica: un problema molto serio che va oltre il calcio. Anche per questo i cittadini, sempre più preoccupati, pendono dalle labbra di esperti, medici e professori che cercano di fare chiarezza. Uno dei professionisti più stimati e seguiti è senza dubbio il virologo Roberto Burioni, che oggi è stato intervistato da Tuttosport.
Il professore, già nel mese di gennaio, fu tra i primi a lanciare con forza l’allarme per il Coronavirus: ma di fatto non fu ascoltato, ed anzi: fu etichettato come una figura pessimista. “In Italia si parla di quasi 120mila casi? Penso che questi numeri hanno davvero poco significato – ha spiegato Burioni – una stima indipendente arrivata dagli epidemiologi dell’Imperial College di Londra ha totalizzato un numero non distante da 6 milioni di persone. Questo perché i numeri ufficiali riguardano solo i tamponi fatti, che ovviamente non sono eseguiti sull’intera popolazione. Ma oltre questi numeri allarmanti ci sono dati concreti e positivi: i numeri dei malati in terapia intensiva sono in calo. Questo ci fa capire che i sacrifici stanno dando dei frutti”.
Burioni spiega anche come si vincerà questa partita: “Pensando al calcio, è come se fossimo andati sotto di 3 gol, ma in venti minuti abbiamo pareggiato 3-3. Ma la partita bisogna vincerla. Ora dobbiamo sfruttare il momento, senza distrarsi. Bisogna tenere duro e restare a casa”. E sul futuro: “Dobbiamo rassegnarci a convivere certamente con il virus, almeno per qualche mese. Poi speriamo nel vaccino che ci liberi da questa minaccia. Solo col vaccino si può risolvere tutto. Altrimenti bisogna pensare a una ripresa graduale delle attività. In questo momento non ha senso indicare date. Bisogna attendere i numeri, che devono iniziare a calare. Si potrà riprendere pian piano, non tutti insieme. Gli anziani, ad esempio, dovranno rimanere a casa. E penso a precauzioni, come l’uso delle mascherine”.
E sul ritorno del calcio? “Sono tifoso della Lazio, ma in questo momento ci sono argomenti più importanti dello scudetto. Sicuramente bisognerà attendere ancora qualche settimana. Prima aspettiamo di capire cosa succederà quando torneremo a uscire di casa. Poi a cosa accadrà con l’arrivo dell’estate. Ma penso che senza un rimedio definitivo sarà molto difficile mettere decine di migliaia di persone dentro a uno stadio. Bisognerà vivere il calcio in modo diverso, per un po’ di tempo. Ma un giorno torneremo a godere di questo sport e di altre passioni in modo più vero e più bello. Come accadeva ieri”.
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