Walter Zenga ha giocato 473 partite con l’Inter, ha girato il mondo per allenare, prima della sospensione della Serie A ha scelto Cagliari come nuova tappa del suo viaggio. Ma per molti, è soprattutto il protagonista di una lite televisiva cult con il giornalista Rai Enrico Varriale. Il feroce scambio di battute del 16 novembre 2008 è già un pezzo di storia della tv.
Gli screzi tra Zenga, che allora allenava il Catania, e Varriale erano iniziati un paio di settimane prima, quando l’allenatore si era rifiutato di registrare un’intervista per Raisport.
La domenica successiva, dopo una sconfitta del Catania, Zenga non si presenta in zona mista per le interviste a Stadio Sprint, il programma che Varriale conduce. La trasmissione, che va in onda prima di 90° minuto, si basa sulle interviste a caldo ad allenatori e calciatori al termine delle partite di Serie A del pomeriggio.
Il 16 novembre 2008, il Catania di Zenga batte il Torino 3-2. Zenga stavolta si presenta alle telecamere, e non si trattiene. “Avrei preferito che lei non avesse parlato di me alle spalle e non avesse fatto apprezzamenti sul mio conto, sulla mia vita privata e sul mio passato di allenatore” dice.
“Zenga, lei nella sua carriera ha fatto poche uscite a vuoto, questa però è un’uscita a vuoto, un po’ come quella che ci ricordiamo tutti e che ci costò il mondiale” risponde Varriale. Il giornalista si riferisce, evidentemente, all’errore che portò al gol di Caniggia nella semifinale di Italia ’90. Quella rete, la prima subita dalla nazionale di Azeglio Vicini nel Mondiale di casa, costrinse gli azzurri ai calci di rigore: Goycoechea avrebbe parato i tiri di Donadoni e Serena, e addio finale.
Quella battuta è come la campana che dà inizio al prossimo round. “Si domandi perché l’hanno messa lì e perché ce la fanno stare” ribatte Zenga. Il sottotesto è chiarissimo.
“Le sue minacce la qualificano” commenta Varriale. “Sto tremando dalla paura, che paura che mi fa Varriale!” reagisce il portiere, che vuole avere l’ultima parola.
La situazione si complica per il giornalista. “Parliamo di Brienza, un giocatore che…” prova a chiedere Varriale. “Brienza? Vede che è informato bene? A parte che è Mascara“, dice Zenga.
Alla fine, Varriale cerca di chiarire. “Le cose le sono state riferite male, Walter. Dal momento che lei aveva collaborato con noi e si era instaurato anche un clima d’amicizia siamo rimasti delusi dal fatto che lei non si era presentato qui“. Il portiere se ne va senza salutare.
Il giorno dopo, però, la lite si stempera. L’occasione è la consegna dei premi “Panchina d’oro” a Coverciano.
“Dovremmo riuscire a gestire meglio il tutto perché alla fine in questa situazione ci rimetteremmo noi, il pubblico e anche i giornalisti” dice Zenga. “Bisogna trovare una soluzione perchè tutti possano essere professionali e corretti – aggiunge – un allenatore non può stare un’ora e mezzo a parlare con i giornalisti dicendo a tutti le stesse cose“.
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