Lo sfogo del procuratore contro il Governo: "Ora ribellione"
Italiani rinchiusi in casa, ormai, dall’8 di marzo. Una quarantena forzata e pesante, che prosegue a suon di continui rinvii. L’ultimo arrivato pochi giorni fa per voce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: misure prorogate fino al 13 aprile, giorno di Pasquetta. Altro sacrificio richiesto agli italiani. Ma per quanto altro tempo ancora? L’insofferenza inizia a salire, soprattutto in merito alla forte preoccupazione per l’economia e la perdita di posti di lavoro.
C’è una pandemia, è vero, ma rinchiudere in casa 60 milioni di italiani a tempo indeterminato è un pensiero che allarma quanto il diffondersi della malattia. Ecco perché la domanda che circola è sempre la stessa: “Quando finirà?”. Ha provato a rispondere il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, che a Radio 1 ha indicato delle nuove date: le quali, però, non faranno altro che gettare ancora di più nello sconforto gli italiani. “Passeremo Pasqua e Pasquetta a casa. Così anche il 1 maggio? Credo proprio di sì, non credo che passerà questa situazione per quella data. Dovremo rimanere in casa per molte settimane”.
Borrelli ribadisce l’urgenza di avere “comportamenti rigorosissimi”: “Il Coronavirus cambierà il nostro modo di rapportarci agli altri, di avere contatti umani e interpersonali. Dovremo mantenere le distanze”. Gli italiani questo lo hanno capito, ma sperano anche che la cosiddetta “Fase 2”, indicata da Conte, possa iniziare presto. Si tratta di un periodo di transizione nel quale cominciare a riaprire qualche attività e consentire a una parte delle persone di uscire e ritrovare la propria libertà di movimento: “Il 16 maggio potrebbe essere la data giusta per la fase 2 – ha spiegato Borrelli – se l’andamento rimarrà questo, o potrebbe essere prima, o magari anche dopo. Ad oggi la situazione è stazionaria, ma tutto dipenderà dall’andamento dei dati. Confidiamo che da qui al 16 maggio potremo avere dei dati positivi, e quindi cominciare la fase 2. Un altro mese e mezzo, una richiesta difficile per gli italiani: “Intanto le strutture ospedaliere stanno avendo un po’ di respiro”, conclude Borrelli.
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