Acquistato in estate dal Manchester United, Romelu Lukaku ci ha messo poco ad adattarsi al campionato italiano. Con 23 gol in 35 presenze, attualmente, il 26enne di Antwerpen è il capocannoniere dell’Inter. Chi credeva che gli servisse del tempo per adattarsi al nostro calcio, si sbagliava di grosso. Il centravanti belga, infatti, ha messo le cose in chiaro sin da subito, andando in gol già alla prima di campionato contro il Lecce. Ad oggi, poi, Lukaku è il giocatore che ha segnato il maggior numero di gol in trasferta (12), meglio anche di Cristiano Ronaldo (fermo a 6) e Ciro Immobile (11).
Intervenuto durante una diretta Instagram organizzata dalla Puma con Thierry Henry, l’ex giocatore del Manchester United ha raccontato come sta attraversando questa quarantena: “Ciò che mi manca di più è il ritmo gara, la competizione con l’avversario, lo stadio pieno, l’affetto del pubblico. Sto sfruttando questo momento per analizzare le mie ultime prestazioni, anzi, più in generale tutto quello che ho fatto negli ultimi sei mesi. Si può sempre migliorare nel calcio”.
Sullo stop del campionato, poi, Lukaku ha dichiarato: “La salute viene prima di ogni cosa. Perché dobbiamo giocare se nel mondo c’è gente che rischia la vita? Eppure è necessario che il giocatore della Juve (Rugani) sia positivo perché il calcio si fermi: è normale tutto ciò? No, non è normale. Ammetto che il calcio mi manca, però adesso l’importante è la salute della gente. Tutto il resto è secondario”.
Il centravanti belga ha poi proseguito confessando quali sono stati gli attaccanti che nel corso della sua carriera lo hanno ispirato maggiormente: “Ho amato Adriano, che con la maglia dell’Inter ha fatto grandi cose. I miei primi ricordi legati al calcio internazionale risalgono alla Coppa del mondo 1998: tempi in cui Ronaldo il Fenomeno dimostrava di avere una classe superiore. Poi è andato al Real Madrid. Per quel che riguarda la generazione successiva di attaccanti, in Europa ho ammirato Henry e Drogba”.
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