La Serie A e il calcio italiano in genere si preparano a vivere la più grande crisi della storia. Lo stop delle competizioni a causa della pandemia rischia seriamente di mettere in ginocchio tutto il sistema. Un crollo netto dell’economia di quella che è la terza industria del Paese, un dramma soprattutto per l’enorme indotto che il calcio porta con sé. Migliaia e migliaia di lavoratori a rischio.
E in più, ci si mettono anche le pay tv: come riporta il Corriere dello Sport, l’emitettente televisiva Dazn non sarebbe intenzionata a versare alle leghe i soldi dell’ultima tranche di campionato. Una decisione che non riguarda soltanto l’Italia, ma tutti i paesi europei in cui Dazn opera.
Si tratta di 64 milioni di euro, che l’emittente in streaming non vuole versare perché “manca la materia prima”. Niente partite da trasmettere, niente per cui pagare. Secondo Sportcal Dazn farà venire meno anche gli anticipi sulla stagione 2020-21, almeno fino a quando non si farà chiarezza sui calendari. Dazn, che fa capo al colosso della comunicazione Perform, ha firmato un contratto da 193 milioni con la Lega Calcio (contro i ben 780 di Sky e gli altri 371 per i diritti all’estero).
Di questi 193 milioni, 129 sono già stati pagati, mentre i restanti 64 sarebbero ora fermi al palo. L’accordo con Dazn prevede la trasmissione in esclusiva di 114 partite, 3 per ogni turno. Praticamente, ogni partita costa all’emittente 1.7 milioni di fuori. Ad oggi, mancano 38 gare: per Dazn non è il caso di pagare ciò che (forse) non potrà mai trasmettere.
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