Oggi presidente del settore tecnico della Figc, Demetrio Albertini resta sempre un cuore rossonero. Indimenticato dai tifosi e pilastro per anni del Milan, l’attuale dirigente federale è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport, dove ha parlato anche della sua ex squadra. Albertini ha cominciato con il commentare l’addio di Boban: “Secondo me c’è confusione. Grande confusione. La società ha perso un elemento valido, ma è come se fosse uno spogliatoio. Quando ci sono tanti fuoriclasse, non tutte le teste vanno d’accordo. E’ inutile cercare la colpa. Non si tratta di chi ha sbagliato, alla fine chi ci rimette è il Milan“. Albertini prova a tracciare la linea per il futuro: “Serve un progetto sportivo chiaro. Non serve a nulla ripartire ogni anno da capo. Se si tratta di un progetto soltanto economico, allora lo dicano chiaramente”.
Albertini e il futuro di Ibrahimovic: il consiglio dell’ex rossonero
Albertini commenta anche la voglia della società, capitanata dal gruppo Elliott e dall’ad Ivan Gazidis, di puntare fortemente sui giovani: “Va bene investire sui vivai, ma in Italia i giovani non bastano. Servono giocatori esperti per far crescere i ragazzi. Lo dico per esperienza. I giovani non sempre hanno continuità, e soprattutto bisogna dare loro un senso di appartenenza”. Infine, Albertini dice la sua su Ibrahimovic, ormai tormentone rossonero, in particolar modo sul suo futuro: “Il Milan era come una pozza d’acqua e Ibrahimovic è stato buttato nello stagno. Ha creato emozioni. Ha dimostrato che può ancora giocare in Serie A, anche se non tutte le partite. Ma questo conta poco. Una chiamata da parte del Milan per me? Da dirigente ho imparato a non parlare per ipotesi”.
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