E’ ormai chiaro: per salvare il calcio e la Serie A un passaggio obbligato è il taglio degli stipendi. La Juventus ha spiazzato un po’ tutti: la decisione di tagliare gli stipendi ai calciatori (fino a un massimo di quattro mesi) ha spiazzato gli altri club. Molti hanno temporeggiato, sperando in aiuti diversi (magari dal governo e dal ritorno degli sponsor in scommesse sportive) e soprattutto, si puntava a un accordo collettivo con l’Associazione Calciatori.
Invece, la mossa della Juventus costringerà le altre 19 società a fare qualcosa di simile, o comunque traccia la linea da seguire. Intanto in Serie A cresce il fronte delle società che non vogliono più giocare (si tratta nello specifico di undici club). Restano contrari il presidente della Lazio Lotito, quello del Napoli De Laurentiis, poi Giulini del Cagliari e Setti del VErona. Intanto la Lega ha inoltrato all’AIC proposta di sospendere compensi dei calciatori (marzo-giugno) se non si giocherà più. L’Associazione dei Calciatori apre al modello Juventus, vale a dire con ingaggi spalmati su due mesi e mezzo.
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