La Uefa e le leghe europee discuteranno domani sulla ripartenza dei vari campionati, bloccati dall’emergenza Coronavirus. Tra i temi in agenda ci sarà anche il calciomercato. Di questo e del taglio degli stipendi ai calciatori ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it Claudio Pasqualin, storico agente sportivo, in passato segretario e vicepresidente dell’AIC
Il calcio sta risentendo in modo importante del difficile momento dovuto all’emergenza Coronavirus…
“E’ una fase tragicamente epocale. Credo che anche nel calcio non sarà più come prima, bisognerà abituarsi ad un periodo di depressione perché non circolerà denaro”.
A proposito di denaro, si discute del prossimo calciomercato. L’Eca ha proposto una finestra dall’estate a dicembre. Cosa ne pensa?
“Non credo sia la soluzione giusta. Si avrebbe più tempo per costruire e modificare le rose e forse per risolvere alcuni problemi di bilancio, ma ho molte perplessità. Non siamo abituati alla giostra di giocatori, gli allenatori sarebbero arrabbiati perché non saprebbero con certezza quale siano gli elementi a disposizione. Magari se un giocatore viene messo in panchina c’è la possibilità che inizi a filtrare con altri club. Una sessione lunga sicuramente muoverebbe gli interessi dei media, alcuni dei quali vivono con il mercato.”
Se fosse lei a decidere, come strutturerebbe il prossimo mercato?
“Io sono per un ritorno al passato: una settimana di trattative a fine luglio e una a fine novembre. Funzionava”.
A prescindere dal periodo che verrà deciso, in quale modo la crisi inciderà sul prossimo mercato?
“Ovviamente senza soldi sarà molto al ribasso. Sarà un mercato di fantasia, fatto di tanti scambi, molti dei quali finalizzati ad ottenere le plusvalenze, elemento ormai fondamentale per la sopravvivenza dei club”.
Quindi non ci saranno grandi colpi?
“E’ difficile, anche se proprio da qualche scambio c’è la possibilità di mettere a segno un affare importanti. Mi vengono in mente Chiesa e Tonali. Per il centrocampista del Brescia prevedo una sfida tra Juventus e Inter. Ovviamente sono necessarie contropartite tecniche per attenuare l’esborso di contanti”.
C’è il rischio che la Serie A perda qualche top player?
“Non più di prima perché la crisi è globalizzata. Anche in altri campionati ci sono difficoltà”.
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Il calcio sta lavorando in questi giorni per capire se e quando riprendere i campionati. Lei cosa si aspetta?
“Io ostinatamente farei di tutto per portare a termine i campionati e in questo senso sposo in pieno la linea del presidente federale Gravina. Bisogna assegnare lo scudetto a chi lo vincerà. Se non si potrà ripartire, non lo darei, in nome della sportività. Bisogna lasciare da parte gli interessi di bottega, altrimenti non se ne esce più”.
Taglio degli stipendi. Dica la sua…
“Io credo che lo strumento sia quello dell’accordo collettivo che, in quanto tale, ha una efficacia su tutto. L’eventuale taglio dovrebbe essere proporzionale ai guadagni. Lascerei fuori dalla riduzione i calciatori delle fasce più basse, per i quali dovrebbe essere consentito l’accesso alla cassa d’integrazione”.
Lei parla di accordo collettivo, ma la Juventus ha agito autonomamente…
“L’Aic ha avuto un atteggiamento troppo attendista. La Juve secondo me ha fatto una grande mossa”.
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