La moda del calcio ha attraversato scuole di pensiero e differenti stagioni. Dalle divise classiche si è passati ai motivi più geometrici e poi a divise sempre più colorate, anche a costo di sacrificare un po’ la tradizione. Ne abbiamo selezionate dieci. Dieci maglie che raccontano dieci storie. E rendono giustizia, anche nello sport, alla moda italiana che ha saputo conquistare il mondo.
Un sondaggio del “Times” di una decina di anni fa l’ha indicata fra le migliori maglie di sempre per una squadra di club. Al di là della comprensibile preferenza del principale quotidiano inglese per una formazione che ha scritto la storia della Premier League, la scelta si può ben spiegare. Soprattutto nelle versioni dopo il 1965. In quell’anno, infatti, l’iconico allenatore Bill Shankly ha messo in soffitta gli originali pantaloncini bianchi. Da allora, il Liverpool gioca con una tenuta interamente rossa: la magia delle partite casalinghe ad Anfield passa anche da dettagli come questo.
Non ha mai cambiato colori e geometrie, invece, la maglia dell’Ajax. Già dai tempi di Cruijff, poi nelle stagioni di Van Basten e di Ibrahimovic, fino alle ultime edizioni dell’Eredivisie, la maglia rossa con le maniche bianche diventa il simbolo di una squadra che ha raccontato una certa estetica del calcio, una filosofia tradotta in colori.
Dal 1913, il Boca Juniors non ha più cambiato l’abbinamento di colori né la geometria della maglia che prevede l’ampia fascia gialla orizzontale sul petto su fondo blu. Certo, quando a indossarla c’è Diego Armando Maradona, la simbologia xeneize si fa ancora più luminosa: non a caso, i lettori di Marca l’hanno inserita fra le 20 maglie che hanno fatto la storia dello sport.
Il Barcellona, nella stagione 1999-2000, mantiene una scelta di colori vicina alla struttura originaria delle maglie blaugrana, divisa in due metà uguali. Ma l’aggiunta delle maniche e dei pantaloncini blu scuro rende questa versione particolarmente elegante.
Nell’ultima stagione a Highbury, l’Arsenal abbandona la classica maglia rossa con le maniche bianche per un’azzeccatissima divisa, tra le migliori nel calcio degli anni Duemila. Una tenuta amaranto, con la scritta celebrativa “Highbury 1913-2006” sotto il logo e sulla schiena.
Il Flamengo, una delle squadre più titolate del Brasile, si caratterizza anche per la particolare maglia a strisce orizzontali rosso-nere. Secondo una ricerca del 2018, il Flamengo è anche la squadra con più tifosi della nazione. Tifosi che si accendono di fronte a questi colori.
Apriamo una parentesi sulle squadre, e sulle maglie, della Serie A. Di certo, uno degli esperimenti estetici più riusciti è la divisa della Lazio con l’aquila stilizzata sul petto. E’ la maglia della stagione 1982-83, e soprattutto del 1986-87, l’anno della salvezza dal “meno 9”. Nella stagione 2018-19, la Lazio ha scelto di riprendere, con successo, lo stesso design.
Esteticamente, il bianconero è un abbinamento molto classico. Le strisce bianconere simboleggiano da sempre la Juventus. Nelle stagioni migliori di Platini, la personalità dell’Avvocato Agnelli e le giocate in campo di Le Roi, danno alla classicità della maglia un valore simbolico ancora più forte.
Nell’ultimo decennio, raramente si sono viste maglie degne di nota, se non per bizzarrie e scelte cromatiche lontane anche dalla storia delle squadre. Fa eccezione, però, il Lione che nel 2010-11 presenta questa difesa con sfumature rosa e porpora, e dettagli in oro. Chapeau.
Nessuna maglia, però, ha lo stesso indistruttibile fascino singolare della prima divisa della Sampdoria. Le strisce orizzontali bianche, rosse e nere rendono iconica la maglia blucerchiata. Un pezzo di storia che sopravvive al tempo e alle stagioni, come un classico che non passa mai di moda.
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