Carlo Ancelotti ha sempre sottolineato come i valori umani contino di più dei soldi e di un mondo del calcio fatto spesso di ipocrisia. La sua battaglia contro il razzismo e quella per un tifo sano all’insegna del rispetto dell’avversario sono stati sempre il suo marchio di fabbrica. Lo ha fatto anche in Serie A quando allenava il Napoli, e prosegue anche dopo il suo ritorno in Premier League, dove oggi allena l’Everton. L’ex tecnico del Milan ha rimarcato la sua idea, su come oggi pensare alla ripresa del calcio nel pieno dell’emergenza Coronavirus sia un azzardo: “Il calcio ora conta zero – ha spiegato Ancelotti al Corriere dello Sport – è importante solo risolvere questa situazione. Poi verrà il resto. Se sarà possibile proseguire la stagione da dove è stata interrotta sarà un bene, altrimenti amen. Mi fanno ridere quelli che insistono col parlare di preparazione, di quante settimane serviranno di allenamento. Sono cazzate, è una barzelletta. Quella della preparazione è un falso mito. Ma davvero c’è qualcuno che pensa che ci sarà il tempo di allenarsi? Ci si allenerà giocando. L’importante è fissare una data uguale per tutti, anche se credo che l’Italia sia avanti perché l’epidemia lì è iniziata prima”.
Ancelotti: “Ridicolo chi parla di preparazione. E’ un falso mito”
Ancelotti vede il futuro con un calcio diverso da quello che abbiamo lasciato: “Quanto sta accadendo ci cambierà profondamente. Dovremo darci tutti una bella ridimensionata, a cominciare dal calcio. Anche parlare di taglio di stipendi e sospensione dei pagamenti mi sembra, ormai, inattuale. Presto cambierà l’economia, a tutti i livelli. I diritti televisivi avranno un valore minore, calciatori e allenatori guadagneranno di meno. La gente avrà meno soldi, e potrà spendere meno per i biglietti. Prepariamoci a una contrazione generale”. Poi Ancelotti parla di Liverpool-Atletico Madrid, una delle partite della discordia: “Ho parlato con Klopp e mi ha detto che giocare quella partita in determinate condizioni è stato un atto criminale. Penso proprio che abbia ragione”.
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