Ha un grande rimpianto, Jackson Martinez. Nel 2015, dopo l’eliminazione della sua nazionale in Coppa America, l’attaccante colombiano che al Porto aveva chiuso tre campionati da capocannoniere sceglie l‘Atletico Madrid. L’accordo salta per questione di dettagli, il Milan ripiega su Bacca e Jackson Martinez passa ai Colchoneros. E’ l’inizio di una parabola discendente per il colombiano, che in Spagna resta mezza stagione e negli ultimi anni è frenato da una continua serie di problemi alla caviglia. Ha scoperto anche la passione per la musica. A settembre 2018 ha inciso il suo primo album, sette brani a tema rwligioso dal titolo “No temeré” (“Non avrò paura”).
Non è un predestinato, il colombiano. Anzi, quando debutta nell’Independiente di Medellin, nonostante 50 gol in un anno e mezzo, praticamente non ha mercato. E’ un attaccante dal fisico un po’ esile, che nell’estate 2009 sembra interessare solo i coreani dell’Ulsan Hyundai. E pure con loro l’affare salta all’ultimo. Così, il suo viaggio prende un’altra direzione, inattesa e pure non esattamente glamour.
Parte per il Messico, va a giocare con i Jaguares de Chiapas, espressione di una delle regioni più povere della nazione. Il primo anno è incoraggiante, il secondo no. Serve un atto di fede, e la fede è ben ripagata. Nel 2011-12 diventa capitano della squadra che guida fino ai quarti di Copa Libertadores.
Quando arriva in Europa ha 26 anni e un compito non banale. Deve sostituire Hulk, che il Porto ha venduto allo Zenit San Pietroburgo. Lo fa, bene e per tre stagioni. Si presenta con il gol decisivo in Supercoppa e non si ferma più: ne segna 92 in 136 partite. Galliani vorrebbe prenderlo insieme a Kondogbia, ma alla fine sfumeranno entrambi.
Il passaggio all’Atletico Madrid, che nel 2014 ha venduto Diego Costa al Chelsea, nelle intenzioni dovrebbe ripetere il percorso di Radamel Falcao. Ma tra Diego Simeone, tecnico dell’Atletico, e Jackson Martinez il feeling non nasce. Il colombiano non gioca spalle alla porta come Diego Costa, è più emotivo e viene ricordato come uno dei peggiori acquisti dei Colchoneros.
“Cha cha cha“, soprannome che ha ereditato dal padre e che ben racconta il suo stile dinamico, viene ceduto ai cinesi del Guangzhou Evergrande per 42 milioni di euro a febbraio 2016. Firma un contratto da 12,5 milioni di euro l’anno fino al 31 dicembre 2019, ma nemmeno in Cina si ambienta. E poi, nell’ottobre 2016 un infortunio alla caviglia lo ferma per due anni.
Il suo volo praticamente si ferma. Il Guangzhou nel 2018 lo parcheggia in un modesto club portoghese, il Portimonense, che raggiunge la salvezza anche con i suoi nove gol. Quest’anno, ha segnato la sua prima rete in campionato solo a febbraio, contro lo Sporting Lisbona.
Un mese prima, ha lanciato il suo nuovo singolo, “Esperar en ti” (“Sperare in te”), che si può ascoltare anche su piattaforme di streaming come Spotify o Amazon Music. Canta una speranza, il colombiano, rimasto con tanti ricordi e troppi rimpianti.
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