Michel Hidalgo, storico ct della nazionale francese campione d’Europa nel 1984, è morto a 87 anni. Nato nel nord del Paese, a Leffrinckoucke, da calciatore vinse il campionato con la maglia del Rennes. Da ct della nazionale, portò la Francia al Mondiale del 1978, i primi per i Bleus dal 1966. Vive in panchina anche la Coppa del Mondo del 1982 e la Battaglia di Siviglia, la semifinale contro la Germania segnata dallo scontro violentissimo tra Battiston e il portiere tedesco Schumacher che si mette a palleggiare mentre l’avversario è a terra svenuto. Dopo la vittoria agli Europei di due anni dopo, rifiuta la proposta di entrare al governo come ministro dello Sport. Finirà per allenare l’Olympique Marsiglia dal 1986 al 1991, durante la controversa presidenza di Bernard Tapie.
“Nel calcio” diceva, “la comprensione del gioco conta più delle istruzioni. Ai miei giocatori, non ho mai parlato di risultati. Ho sempre detto loro di pensare al gioco, i risultati sarebbero arrivati. L’ho sempre pensata così, da giocatore, da spettatore e da allenatore. Pazienza poi se passo per un poeta“.
L’omaggio del presidente della FFF
“Hidalgo fa parte della lista dei più grandi nomi del calcio francese. Ha segnato la storia e il palmares della Francia. Ci ha provocato emozioni che sono enormi e che tale rimarranno. Resterà nei nostri ricordi come un simbolo, un allenatore, un selezionatore amante del bel gioco, vicino ai giocatori“, ha detto Noel Le Graet, il presidente della federazione francese, in una nota diffuso sul sito della FFF.
Il ricordo di Platini
La storia di Hidalgo è andata di pari passo con quella di Michel Platini. Hanno debuttato insieme in nazionale, infatti. E tra i due si è subito creato un forte legame. “Platini sa fare tutto e soprattutto osa fare tutto” diceva dopo una delle prime partite da ct. “Siamo partiti e cresciuti insieme” ha commentato Platini, come riporta L’Equipe. “Più che un grande tattico era un uomo d’altri tempi, onesto, buono, sapeva emozionare. Era immerso nella cultura del gioco spumeggiante che aveva conosciuto al Monaco e al Reims quando era un giocatore. Voleva che giocassimo bene, ci diceva di divertirci in campo. Ha costruito le sue squadre in base alle qualità umane e tecniche dei suoi giocatori“. Considerato l’inventore del “calcio champagne”, fu lui a mettere insieme Platini, Giresse, Tigana e Fernandez, formando così il famoso “quadrato magico” della nazionale francese.
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