Una storia di calcio, di intrighi e triangoli amorosi. Julian Fellowes, lo sceneggiatore di Downtown Abbey e di Belgravia, peraotro tratta da un suo libro del 2016, continua a raccontare l’Inghilterra di fine Ottocento. Ma stavolta il suo sguardo non si rivolge alle nobili magioni e alle complesse gerarchie di valletti e camerieri. In “The English Game”, serie Netflix in sei puntate, si rivolge al pallone, alle origini del gioco più bello del mondo. La Football Association nasce il primo dicembre del 1863, alla Freemason Tavern di Londra. È qui che si definiscono le prime regole del gioco. L’Association Football, ovvero il football secondo le regole dell’associazione, per almeno un ventennio è di fatto un passatempo dei londinesi. Ma già dalla fine degli anni Settanta dell’Ottocento, lo scenario cambia. È l’effetto della prima contrapposizione tra dilettanti e professionisti, al centro anche delle sei puntate della serie.
Al centro della serie c’è Fergus Suter, tagliapietre di Glasgow che fa meraviglie con un pallone tra i piedi. Arriva in Inghilterra per giocare con il Darwen poche settimane dopo l’identico viaggio dell’amico James Love. La squadra di questo piccolo villaggio del Lancashire è il centro di una piccola rivoluzione. Perché di fatto riconosce ai calciatori una forma di pagamento per le loro prestazioni sportive. “Non c’era uno stipendio fisso” rivela al Lancashire Daily Post nel dicembre del 1902, “però parlavamo con il tesoriere quando si presentava l’occasione. Potevano passare tre settimane senza che venissimo pagati, poi gli chiedevamo dieci sterline. Non c’è stata mai nessuna difficoltà”. L’obiettivo del Darwen, e degli scozzesi che all’epoca stanno sviluppando un calcio moderno basato sui passaggi e non sui lanci lunghi, è di battere i maestri aristocratici, soprattutto londinesi, al loro stesso gioco. E vincere la FA Cup.
Oltre a Suter, interpretato da Kevin Guthrie, e a Love, che ha il volto di James Harkness, l’altro protagonista che fa muovere la storia è l’attaccante degli Old Etonians, Arthur Kinnaird (affidato a Edward Holcroft). La squadra degli studenti di Eton simboleggia un’elite sociale che vuole difendere il suo status privilegiato nello sport. Nel 1867, infatti, il Social Reform Act ha incluso anche gli operai specializzati nei collegi elettorali e di fatto raddoppiato la base degli elettori britannici. Ma nello sport, il rifiuto del professionismo esclude dalla pratica sportiva quasi il 95% della popolazione. La semifinale di FA Cup del 1879 diventa così la rappresentazione di un conflitto di classe.
La storia è nota. La prima sfida finisce 5-5, grazie soprattutto a Suter che guida la rimonta del Darwen da 1-5. Gli Etonians rifiutano di giocare i supplementari, la partita si ripete una settimana dopo e finisce ancora in parità, 2-2. Al terzo incontro i giocatori del Darwen, che durante la settimana comunque lavorano, sono stremati e gli Etonians vincono 6-2.
Suter, però, il suo sogno lo realizzerà comunque. L’anno successivo passerà infatti ai Blackburn Rovers, che giocheranno quattro finali di FA Cup e ne vinceranno tre di fila.
Secondo lo storico Andy Mitchell, il trasferimento di Suter ai Rovers non sarebbe dovuto solo al suo desiderio di guadagnare di più. Come ha scritto in una sua ricerca per il blog Scottish Sport History, “avrebbe avuto un figlio illegittimo da una cameriera, e il suo trasferimento coinciderebbe con il momento della scoperta di questa gravidanza”.
La serie segue anche la sua esperienza ai Rovers. Nella fiction si parla genericamente di Blackburn, anche se all’epoca in città esisteva anche il Blackburn Olympic. La ricostruzione di alcune partite nella serie appare romanzata, come la semifinale del 1883 tra il Darwen e il Blackburn. Ma la narrazione segue bene il conflitto che si genera tra gli aristocratici e questa squadra di lavoratori che gli Old Etonians vorrebbero espellere dalla coppa. Tuttavia il consiglio della Football Association, che vent’anni dopo avrebbe contato 17 membri su 46 tra gli appartenenti alle libere professioni, respinge la richiesta. Nella realtà, il Blackburn Olympic batte gli Old Etonians nella finale del 1883. E’ il primo trofeo vinto da una squadra di lavoratori su una formazione delle public school.
In queste opposizioni radicali nell’Inghilterra di fine Ottocento, Fellowes si muove ormai con maestria. Ricrea accuratamente le atmosfere e le sfumature, caratterizza il contesto e illumina personaggi spesso agli antipodi. In questo modo, racconta come lo sport “rafforzava le ambiguità di una società in via di democratizzazione – secondo l’analisi dello storico Andrew Holt -, che continuava a essere governata da un’elite sociale”. Il gioco degli inglesi, dunque, era molto più di un semplice passatempo.
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