Il mondo del calcio ha chiesto aiuti al Governo per fronteggiare l’inevitabile danno economico causato dall’emergenza Coronavirus. Nel frattempo restano molti interrogativi sulla possibile ripresa degli allenamenti e dei campionati. Di questo ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday il professor Aldo Grauso, psicologo dello sport, membro della commissione medico-scientifica della Lega di Serie B, del coordinamento sanitario della Lega Nazionale Dilettanti e docente
Professore, rispetto alla ripresa degli allenamenti qual è la sua previsione?
“Intanto, essendo il calcio un’azienda non ci si può allenare fino al 3 aprile, quando scadrà il decreto governativo che vieta gli assembramenti. Dopo quella data, se le società si dotano di un protocollo di contenimento e prevenzione, si può anche ipotizzare presso gli impianti sportivi l’attività motoria, rispettando le dovute distanze e precauzioni. Deve esserci ovviamente un presidio medico. Tutto questo ovviamente è legato all’evoluzione dell’emergenza Coronavirus”.
Rispetto a qualche giorno fa c’è più pessimismo da parte di voi medici?
“Il mondo sportivo ultimamente sta prendendo decisioni importanti. Lo slittamento delle Olimpiadi è significativo. Il calcio è maggiormente preoccupato di questo fenomeno rispetto a qualche giorno fa, anche in relazione agli ultimi contagi registrati tra giocatori di Serie A”.
A prescindere dalle condizioni fisiche per l’inattività, il rischio contagi può condizionare l’aspetto mentale dei calciatori?
“Questa è una cosa di cui si parla poco, invece bisogna contenere i problemi di natura psicologica. I giocatori hanno paura, molti stanno chiamando perché hanno il terrore di scendere in campo. Questa paura agisce soprattutto sul sistema nervoso a livello periferico e il 70% di loro è a rischio infortuni proprio per lo stress”.
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E’ sempre più probabile che i campionati non ripartano?
“Dal punto di vista etico del nostro lavoro scienza e coscienza, noi siamo orientati al blocco. Detto questo, ci rimettiamo alle volontà delle istituzioni calcistiche, ma soprattutto alle decisioni del Governo. Se i prossimi decreti lo consentiranno, si potrebbe riprendere a giugno, magari giocando ogni due giorni. Il mondo sportivo però è impreparato sotto il profilo epidemiologico”.
C’è una data entro cui bisogna decidere se continuare o meno?
“Qualche giorno prima del 3 aprile speriamo che il Governo emani un decreto definitivo: ripresa o blocco dei campionati. E’ inutile prendere altro tempo, perché si continuerebbe a tenere in allarme tutti coloro che ruotano intorno al calcio, non solo i giocatori”.
Per quanto riguarda la Lega di Serie B, cosa avete deciso in sede di commissione medico-scientifica?
“Per quanto riguarda la nostra proposta abbiamo rimandato la decisione a fine mese. E in questo senso speriamo che il Governo si esprima in modo definitivo. A quel punto il mondo sanitario-sportivo potrà mettersi in regola con le disposizioni. La Lega di Serie B si sta già attrezzando e sarà pronta in qualsiasi caso”.
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