Il calcio è fermo un po’ ovunque e il Coronavirus è l’unico denominatore comune in questo tempo sospeso fra incertezza e incredulità, tuttavia c’è qualcuno che non si arrende e reagisce alla paura del contagio continuando a giocare con le dovute precauzioni. In Nicaragua, infatti, si continua a scendere in campo: il pallone rotola ancora sull’erba e la rete non smette di gonfiarsi ad ogni gol, il bomber però – come il resto della squadra – indossa guanti e mascherina. Regola imposta che vale per i 22 in campo e gli altri in panchina.
Coronavirus, da qualche parte si gioca lo stesso: la testimonianza
Lo racconta l’attaccante del Cacique Diriangen Bernardo Laureiro, spiegando nel dettaglio il modus operandi della federazione locale: “Dobbiamo giocare e lo abbiamo fatto. Cercando di prendere tutte le precauzioni del caso anche se tenere una mascherina sul volto durante il match è impossibile. Qui in Nicaragua per ora ci sono pochissimi casi e il Governo ha spiegato che si può giocare e lo faremo finché non ci diranno il contrario. Ci cambiamo a casa, ci laviamo a casa, stiamo distanti negli allenamenti, ma poi in campo non può essere così, il calcio è un gioco di contatto”, sottolinea il bomber ai microfoni del Mundo Deportivo.
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