Una nuova riunione, ovviamente in videoconferenza, per provare a salvare il calcio italiano dal collasso economico. Oggi i 20 club di Serie A sottoporranno alla Figc le loro idee per provare a dare ossigeno ai conti, martoriati dallo stop al calcio a tempo indeterminato. L’emergenza Coronavirus rischia di infliggere un durissimo colpo alla terza industria del paese, e si proverà a tamponare la ferita. L’obiettivo è preparare una relazione da sottoporre al ministro dello Sport Spadafora per trovare una soluzione comune al problema. Questi i punti che le società vogliono porre all’attenzione del Governo. Si parte dagli sgravi fiscali: inutile rinviare di appena un mese il pagamento delle tasse. Servirebbe una vera e propria defiscalizzazione. La Lega chiederà di non pagare imposte per tutto il periodo in cui il campionato rimarrà fermo. Questo perché le attività sono ferme e non si produce. Ci sarà anche la richiesta di aumentare gli introiti. Come? L’idea è di introdurre un nuovo gioco, una sorta di rivisitazione del vecchio Totocalcio.
Taglio agli stipendi e nuovo Totocalcio: l’idea per non far morire la Serie A
Arriverebbero guadagni extra per circa un triennio e dare ossigeno ai conti. In più ci sarà la proosta di devolvere alle società di calcio una percentuale in arrivo dalle scommesse sullo sport. I soldi finirebbero in un fondo per la costruzione di nuovi impianti. La richiesta più pressante è quella per il ritorno alle sponsorizzazioni legate al mondo delle scommesse. Cosa abolita dal Decreto Dignità dell’allora ministro Di Maio. Con il ritorno di queste sponsorizzazioni arriverebbero milioni di euro: decine. Si parlerà anche del taglio degli ingaggi ai calciatori: se non si giocheranno un terzo delle partite (quindi campionato interrotto) bisognerà decurtare gli stipendi dei calciatori del 30% circa. Solo il taglio degli stipendi porterebbe a un risparmio di ben 465 milioni di euro su un totale di 1.4 miliardi di ingaggi totali che vengono pagato in Serie A. L’obiettivo sarebbe mettersi al riparo dal fallimento di una o più società del massimo campionato: rischio concreto, soprattutto per i club più piccoli.
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