Autocertificazione, si cambia ancora. Settimane concitate in Italia, l’emergenza Coronavirus la fa da padrone e si adeguano – per così dire – anche i ritmi di vita degli italiani. Secondo le ultime misure di Governo, infatti, è vietata la circolazione sull’intero territorio nazionale (il motivo è evitare l’ulteriore propagazione del COVID-19) a meno che non vi siano cause di forza maggiore che possono essere rappresentate da lavoro (in relazione alle poche attività rimaste attive), salute o estrema necessità.
È possibile muoversi di città in città previa autocertificazione, esibendo il modulo – che dovrà essere compilato in tutte le sue parti – anche per poter effettuare passeggiate. Con l’ulteriore stretta legislativa, è consentito muoversi a piedi (ad esempio per fare attività sportiva) esclusivamente nei pressi della propria abitazione. Entro e non oltre i 500 mt di distanza. Misure draconiane per gestire un’emergenza sanitaria che sta mettendo in ginocchio l’Europa e non solo, lo Stivale è fra i Paesi più falcidiati dal COVID-19.
Tornando alla modulistica da mostrare alle autorità competenti, Polizia e Carabinieri, è reperibile e scaricabile online ma sarà anche in dotazione alle pattuglie presenti ai vari posti di blocco: la modifica principale, rispetto alle precedenti versioni di autocertificazioni, è la controfirma obbligatoria da parte dell’operatore di Polizia, attestando che viene resa in sua presenza non prima di aver fatto l’identificazione del dichiarante. Il cittadino, in questo modo, non dovrà portare con sé una fotocopia del documento di identità da allegare all’autocertificazione.
Qualora non disponeste del modulo e non aveste nemmeno riportato l’autorizzazione su un foglio di carta, è possibile farlo sul momento con l’aiuto delle autorità competenti: ammesso che ci sia un valido motivo – presente fra quelli sopra elencati – per cui stiate circolando. Ad ogni modo bisogna essere sempre e comunque negativi al Coronavirus. Chi dichiara il falso rischia di essere denunciato e, nei casi più gravi, arrestato per attentato alla salute pubblica: si rischia, in base all’articolo 452 del codice penale, fino a 12 anni di carcere.
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