Calcio e cinema, quando i calciatori diventano attori e star sul grande schermo

Calcio e cinema, i calciatori star sul grande schermo
Calcio e cinema, i calciatori star sul grande schermo

In tempi di VAR unire calcio e cinema non sembra poi un’utopia, ormai gli schermi – a torto o ragione – imperano negli stadi ma da parecchio campi (e campioni) sono sul grande schermo.

La favola del calcio e l’epopea dei calciatori è stata raccontata negli anni in tutte le salse: commedia e dramma al servizio del pallone e viceversa, dai primi anni Sessanta con Dino Risi che incluse all’interno de “I mostri” (1963) un pezzo di partita della Roma con tanto di esultanza smodata da parte di Gassman, fino al primo ventennio del Duemila con Sorrentino che – in ogni suo progetto filmico o seriale – inserisce sempre un pezzetto di Napoli citando Maradona e alcuni altri protagonisti (vecchi e nuovi) dell’orizzonte calcistico partenopeo.

Nel mezzo cosa c’è? Un terreno fertile, esplorato il giusto, che ha visto calciatori – di fama medio alta – cimentarsi dinnanzi alla macchina da presa: c’era chi sognava Beckham e chi giocava a pallone con gli antichi egizi, oppure chi se la rideva per i consigli sgangherati di un allenatore sui generis: Oronzo Canà.

Da Pelè a Cantona, i campioni…d’incassi del pallone

Eric Cantona alla Festa del Cinema di Roma
Eric Cantona alla Festa del Cinema di Roma

Il pallone è rotondo, come – in un certo qual modo – l’obiettivo di una telecamera. Allora può accadere che gli scarpini facciano posto a copioni ed abiti di scena, per scrivere pagine di storia cinematografica, soltanto grazie al proprio estro e un pizzico di follia. Come non ricordare Pelè, diretto da John Huston nel 1981, in “Fuga per la vittoria”. Il campione brasiliano si mise in evidenza al fianco di un cast stellare nei panni di Fernandez, stella della squadra dei prigionieri alleati che sfida la Germania nazista. La rovesciata, presente nel girato, con cui batte il portiere tedesco divenne una scena cult ricordata ancora oggi.

A proposito di cult, impossibile non citare “Basic Instinct”: nel secondo capitolo del film, infatti, il fidanzato di un’avvenente Sharon Stone è interpretato da Stan Collymore. Una sola stagione felice con i Reds, prima di un declino inesorabile che ha miseramente contraddistinto un centravanti duttile e propositivo nelle rare giornate di grazia. Restando in tema di calciatori che hanno faticato ad imporsi sul campo, ma hanno trovato la propria consacrazione sul set, c’è Fitz Hall. Il calciatore del QPR (dal 2008 al 2012) apparve ne “Il quinto elemento”, kolossal con Bruce Willis e Mila Jovovich.

Giocatori di peso, invece, si sono divertiti sul grande schermo spaziando dalla commedia al thriller. Chiedere a Zinedine Zidane che, prima della testata a Materazzi e le prodezze con il Real Madrid (di cui è divenuto anche allenatore), da palleggiatore provetto ha incantato milioni di spettatori in “Asterix alle Olimpiadi”. Eric Cantona, invece, ha scelto registi più accreditati – ad esempio Ken Loach – con cui è riuscito a tirar fuori tutto il proprio potenziale scenico: ultimamente lo abbiamo rivisto in “The Salvation” o ne “Il mio amico Eric” dove interpreta sé stesso.

Per quanto concerne la Serie A, invece, oltre alla pletora di calciatori coinvolti ne “L’allenatore nel pallone”: due capitoli per sintetizzare vizi e virtù del campionato italiano, non possiamo dimenticare John Carew. Norvegese di nascita, romanista per caso nei primi anni del nuovo millennio e attore in “King Arthur”. Lo Spice Boy si è fatto spazio nel mondo della celluloide anche con “Operazione U.N.C.L.E.”.

Ultimi, ma non per importanza gli Sforza: coloro che, come il calciatore dell’Inter, hanno fatto parte della Settima Arte pur non comparendo in video. In Italia, infatti, Sforza è noto per via di una celebre scena in “Tre uomini e una gamba”, dove Giacomo Poretti usa la sua maglietta nerazzurra come pigiama. Categoria in cui è annoverato anche Francesco Totti, presente nel film Premio Oscar “La grande bellezza” senza esserci, grazie ad un titolo di giornale inquadrato durante una delle scene più importanti.

Il resto è storia, fatta di occasioni perse e attimi rubati, a dimostrare che il cinema e il calcio sono sempre andati a braccetto perchè, in fondo, persino i più cinici vorrebbero vivere da campioni…d’incassi. I numeri non si fanno solo sul campo, ma anche al botteghino. Si tratta, in entrambi i casi, di riuscire a piazzare il colpo vincente.

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